Rieccolo, senza tregua, senza respiro nemmeno per chi scrive… Siamo arrivati ad un quarto abbondante di campionato, torna l’infrasettimanale ad accelerare per lasciar spazio, a Giugno 2022, ai mondiali in Qatar. Si parte martedì, con 3 incontri di cui un interessante Milan-Torino, preceduto però da due partite nel lato B della classifica: Spezia-Genoa e Venezia-Salernitana.
A La Spezia finisce in parità, 1-1, dopo un match in cui la squadra di casa, guidata da Thiago Motta, ha “rischiato” seriamente di intascare i 3 punti. Questione di una manciata di minuti finali, in cui il Genoa riesce grazie ad un rigore ad acciuffare un punto ormai insperato. Aquile e Grifoni si neutralizzano, ma a uscire dal Picco con più rimorsi è sicuramente la formazione spezzina, sprecona e beffata sul finale.
Gli uomini di Thiago Motta sfondano al 67’ col tiro di Colley ribadito in rete dalla schiena di Sirigu. Da lì, lo Spezia inaugura un vero e proprio tiro a segno, senza mai condannare Sirigu e compagni. All’86’, arriva la beffa: Caicedo viene travolto da Provedel in area, Sozza fischia il rigore: un gelido Criscito spiazza il portiere bianconero e toglie le castagne dal fuoco per Ballardini.
In un match cruciale per il lungo viatico che conduce alla salvezza, il Venezia di Ranieri si fa rimontare dalla Salernitana di mister Colantuono 1-2. Padroni di casa avanti dopo 14′ grazie all’inserimento del fantasista Aramu ma poi rimontati nella ripresa da una meritevole Salernitana, brava a pareggiare al 62′ con Bonazzoli e poi a trovare il gol del definitivo 1-2 a tempo scaduto con Schiavone, dopo l’espulsione di Ampadu al 69′.
Grazie a questa vittoria, gli uomini di Colantuono si schiodano dall’ultima posizione in classifica, salendo a quota 7, a -1 dai padroni di casa.
E siamo alla serata, in cui a festeggiare è ancora una volta il Milan, che contro il Torino si mette in tasca altri 3 punti con la sesta vittoria consecutiva, anche se tutt’altro che facile. I rossoneri, squadra dinamicamente agile, giovane e spensierata, è formazione protesa mentalmente all’attacco e lo ribadisce subito. Il Toro, però, non si lascia incantare dalle corna sataniche, e contrappone le sue, resistendo e contrattaccando senza alcun timore reverenziale. Il problema dei granata è tuttavia l’assenza di incisività in fase conclusiva, anche perché il punto di riferimento storico, Belotti, non è sufficiente a garantire una manovra efficace per andare in porta. Ovviamente anche perché il Milan è attento e reattivo nel recupero palla, e sempre pericoloso nelle ripartenze veloci con Theo Hernandez e Leao. Il gol che sblocca la partita è opera di Giraud, che mette la sua grande esperienza e intuito nel capire dove può catturare palloni, e difatti cattura benissimo quello che sulla spizzata di Krunic (corner di Tonali) gli arriva puntuale sul piede giusto. Un solo punto sul tabellino marcatori ma 3 in classifica, lasciano i rossoneri soli al comando almeno fino al risultato del Napoli, nonostante una gara non certo esaltante e i rischi corsi nel finale, quando in una mischia in area il pallone calciato da Praet finisce sulla traversa, e pochi istanti dopo Sanabria va ancora vicinissimo al pareggio di testa.
Mercoledì il secondo blocco, con 6 partite.
L’Atalanta di Gasperini stende 1-3 a domicilio la Sampdoria di D’Aversa. Dopo l’iniziale vantaggio di Caputo, bravo ad insaccare su assist di Thorsby al 10′, si scatena l’ira di Duvan Zapata, capace di realizzare una doppietta tra il 17′ e il 20′ (sul primo gol la Lega assegna poi autogol ad Askildsen, per la sfortunata deviazione) e di ribaltare il match in 3′. Nel finale, il subentrato Ilicic trova poi al 94′ la rete del definitivo 1-3.
In virtù di questo risultato la Dea vola momentaneamente al terzo posto in classifica, agganciando l’Inter a quota 18 punti.
In virtù di questo risultato la Dea vola momentaneamente al terzo posto in classifica, agganciando l’Inter a quota 18 punti.
Un pareggio (1-1) beffa per l’Udinese, al cospetto di un Verona rivoluzionato da capo a piedi (per sette undicesimi) rispetto alla roboante vittoria per 4-1 contro la Lazio. Si pensi che Tudor manda in panchina anche il Cholito Simeone, autore di un poker di reti contro i biancocelesti. Friulani subito avanti, al 3′, con primo gol in Serie A di Isaac Success, all’esordio da titolare. I bianconeri reggono bene, senza mai rischiare ma, all’83’, l’ex Barak pareggia su rigore contestatissimo, visto e rivisto al VAR. Finisce . In classifica, le due squadre restano divise da un punto: Udinese a 11, H. Verona a quota 12.
Ma è all’Allianz Stadium di Torino la sorpresa della giornata, con la Juventus che incassa un’altra sconfitta (1-2) contro il Sassuolo. Non sempre, infatti, si può cavarsela e far punti facendo il minimo indispensabile. La Juventus è punita nel finale, sull’ultima palla buona, dal gol di Maxime Lopez, abile a sfruttare un gran pallone di Berardi. Per i precedenti 94 minuti i bianconeri si erano infatti sostanzialmente affidati a una quantità infinita di cross dagli esterni, spesso preda del nulla. Un’idea di gioco e una filosofia piuttosto povera, che il Sassuolo aveva già punito sul finale di primo tempo con il gol di Frattesi. McKennie, a un quarto d’ora dalla fine, aveva provato a rimettere a posto le cose, guarda caso, con un gol di testa nato da una situazione di gioco fermo. Ai bianconeri, sbilanciati poi nel finale alla ricerca del colpo da 3 punti, non è riuscito così il solito rituale delle ultime settimane del poco calcio prodotto, a cui è susseguito il massimo risultato. Allegri dovrà provare a inventarsi qualcosa in più. Perché è vero che solidità e spirito di squadra erano da ricostruire, ma per interpreti e rosa, questa squadra, può e deve fare di più.
Il clamoroso gol di Lopez che al 94′ condanna la Juventus
La sfida della discontinuità, quella del “vorrei ma non posso”, va alla Lazio. Che dimentica l’incubo Simeone e riparte. Basta un guizzo di Pedro per superare per 1-0 la Fiorentina in una gara equilibratissima, tutt’altro che esaltante e poverissima di occasioni da gol. Decide a inizio ripresa il classico episodio all’interno di un contesto piuttosto grigio: assist di Milinkovic-Savic, sinistro incrociato di Pedro e la contesa, in pratica, finisce lì. La Lazio crea poco durante tutti i 90 minuti, la Fiorentina ancor meno nonostante trame di gioco a volte piacevoli. E così a sorridere è solo Sarri, che dopo lo sfogo post Bentegodi si mette in tasca tre punti fondamentali per il rilancio. In classifica è sorpasso: 17 punti contro 15. La zona Champions League, per i biancocelesti, è lì a un passo.
L’Inter ritrova finalmente la vittoria (2-0), dopo aver lasciato 5 punti per strada tra Lazio e Juventus. Inzaghi ha anche il tempo di fare un mini turnover, lascia in panca Dzeko, Skriniar, Perisic, Dumfries e ha buone indicazioni dalle seconde linee, nonostante di fronte ci fosse un ostico Empoli, partito molto bene in questa stagione. Proteste per un rigore negato a Bajrami, ma dopo la mezz’ora colpisce l’Inter proprio con una cosiddetta “seconda linea”: a segno D’Ambrosio che fa partire l’azione e la finalizza dopo un uno-due con Sanchez. Nella ripresa segna anche Dimarco su assist di Lautaro. Più volte cercato, e sfiorato, con un palo (Gagliardini) e una traversa (Lautaro), più due gol annullati per fuorigioco (Sanchez) e tocco di spalla (Gagliardini) il tris dall’Inter che ha giocato quasi tutta la ripresa in 11 contro 10 dopo l’espulsione diretta di Ricci, per un fallaccio pericoloso su Barella. Nel finale spazio per una sgambata di allenamento anche per Correa, Dzeko, Kolarov e Vecino, e per i migliori da segnalare ancora il solito Brozovic, vero faro del centrocampo nerazzurro, oltre a Barella. In leggera ripresa anche Lautaro, autore dell’assist per il gol di Dimarco, anche per lui una prestazione di tutto rispetto.
Brutta, sporca, cattiva e vincente (2-1) contro un Cagliari che inizialmente le ha creato non pochi tremori. In una gara spaccata a metà, con un primo tempo soporifero e una ripresa da fuochi d’artificio, la Roma di Josè Mourinho centra tre punti fondamentali e riesce a proseguire il proprio cammino in campionato, dando continuità all’ottima prestazione con il Napoli. A spaventare i giallorossi è Pavoletti a inizio ripresa, poi Ibanez di testa e una punizione magistrale di Pellegrini ribaltano il match. Mourinho sorride e può respirare in vista del big match di domenica con il Milan, resta invece ultimo Mazzarri.
E’ (quasi) tutto per la decima giornata, che si completerà oggi, giovedi 29 con un ultimo incontro che può dire l’ultima parola sulla classifica al termine di questo turno. Di scena al S.Paolo alle 20,45 Napoli-Bologna, partita che Spalletti vuole vincere per rimanere in testa a fianco del Milan che continua a correre.
Arrivederci a Lunedi, buon week end ai lettori.