Ogni giorno la Casa della Carità si occupa dei più “fragili”, persone con problemi fisici o di salute mentale, che non troverebbero accoglienza altrove; un impegno rafforzato durante la pandemia. A queste persone la Fondazione ha offerto informazione e protezione contro il virus e, quando necessario, percorsi di isolamento e cura. Ora la Casa della Carità ha valutato l’impatto sociale dell’ospitalità durante la pandemia di 13 persone con problemi fisici o di salute mentale, con una sperimentazione della metodologia SROI – Ritorno sull’Investimento Sociale.
Il risultato è un indice SROI di 1,87. Ciò significa che, per ogni euro donato a sostegno dell’accoglienza di queste persone, la Casa della Carità ha generato un valore di 1,87 euro per tutta la società. “La valutazione di impatto sociale è per noi un’operazione di trasparenza che, per una realtà come la nostra che vive sul sostegno di tanti, non solo economico ma anche di idee e di partecipazione, è un valore fondamentale. Dire che questo sostegno non viene incamerato in ottica privatistica, ma viene restituito alla città credo sia estremamente importante”, afferma il presidente della Casa della Carità don Virginio Colmegna. “Accogliere persone fragili in pandemia non è stato facile, soprattutto all’inizio; era una situazione sconosciuta e in continua evoluzione e non si sapeva bene come agire. Ma grazie alla dedizione e alla professionalità degli operatori, alla vicinanza dei volontari e con il sostegno dei donatori siamo riusciti a farlo al meglio. Sapere quindi che per ogni euro donato per questa accoglienza, durante la pandemia abbiamo generato un valore sociale di 1,87 euro, cioè quasi doppio, è una bella soddisfazione, che restituisce il senso del nostro impegno e riconsegna a chi ha creduto in noi il valore del loro “investimento””, dichiara Maurizio Azzollini, direttore generale della Fondazione.
A beneficiare del valore generato dall’ospitalità della Casa della Carità sono innanzitutto gli ospiti stessi, per il 59% del totale. Poi vengono gli stakeholder esterni, come i donatori o gli abitanti del territorio (23%), quindi dipendenti e collaboratori della Fondazione (18%). Per fare degli esempi concreti, alcuni ospiti, nel complesso, hanno visto cambiare in meglio la loro condizione.
Si sono registrati miglioramenti in ambiti come la cura di sé, i rapporti sociali e la salute mentale. Per quanto riguarda i lavoratori coinvolti, la maggior parte ha dichiarato un aumento della soddisfazione personale legata al lavoro.
La valutazione di impatto sociale è stata realizzata da Sigma NL, una startup innovativa, nata come spin off dell’Università degli Studi di Genova, tramite la quale si svolgono attività di ricerca, di trasferimento tecnologico della ricerca socio-economica-culturale, innovazione per prodotti e servizi, consulenza ad alto valore tecnologico per imprese, enti pubblici e società partecipate dalla PA, associazioni e altri soggetti profit e non profit.
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