Portafoglio ordini gonfio ma con magazzini vuoti e assunzioni congelate, con la mancanza di materie prime che sta provocando un’impennata dei costi di produzione (per il 100% delle aziende), l’aumento a due cifre dei dei prezzi per i clienti (per il 48%) con gravi ritardi nelle consegne e il congelamento il turnover dei lavoratori (per l’80% degli intervistati). Un’impresa su due, specie nella filiera dell’edilizia e della metalmeccanica, ha già deciso che i listini saliranno, in media, tra il 10 e il 20%. Secondo l’Unione artigiani è “impossibile fermare l’ascesa dei valori di bollette e forniture: materie prime e semilavorati si trovano col lanternino o con prezzi fuori controllo e intrattabili, da prendere o lasciare, come per l’energia e carburanti. Le risposte al questionario confermano uno spacciato già noto e individua nuovi scenari di crisi di alcuni settori”. Secondo il report, metalmeccanica ed edilizia in primis si ritrovano con decine di aziende alla caccia di ferro, acciaio, alluminio, ponteggi, pannelli per cappotti termici, prodotti per gli arredi a partire del legno, serramenti ma non solo. “Ci sono meccanici e installatori/impiantisti che fanno fatica a trovare prodotti per l’elettronica come ricambi e componenti auto, compresa la minuteria. Iniziano a scarseggiare resine, carte e cartoni, perfino guanti, mantelle e prodotti per sterilizzare.
Nell’alimentare è già allarme per alcune scorte di prodotti naturali e artificiali”, afferma l’associazione.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845