Oltre novemila persone sono state denunciate dalla guardia di finanza di Cremona e Novara su disposizione della Procura della Repubblica di Milano. Eseguite 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei membri di un’associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni e al conseguimento di erogazioni pubbliche, tra cui, in particolare, il reddito di cittadinanza.
Arresti e perquisizioni
Gli arresti e le perquisizioni sono state condotte nelle province di Cremona, Lodi, Brescia, Pavia, Milano, Andria, Barletta e Agrigento, e hanno consentito di sventare una truffa di oltre 60 milioni di euro. Da quanto appreso, la banda sgominata rra riuscita a produrre “indebite istanze per una truffa di oltre 20 milioni di euro”. Il gruppo, di origine romena, esercitava anche pressioni su titolari di Caf compiacenti, loro connazionali, alcuni dei quali sono tra i destinatari delle misure.
Il modus operandi
Secondo quanto spiegato dalla guardia di finanza, l’organizzazione, tramite complici in Romania, si faceva inviare nominativi e codici fiscali che poi venivano passati ai Caf compiacenti. Questi a loro volta istruivano le pratiche per persone spesso nemmeno mai state in Italia e se si rifiutavano, finivano per essere minacciati. Altri complici poi si recavano alle Poste per ritirare le card su cui venivano erogati i fondi. In inchieste analoghe, ad esempio, alcuni impiegati avevano notato che gli utenti che si presentavano non conoscevano la lingua italiana e anche quello che stavano chiedendo all’amministrazione pubblica.
Le anomalie
In 518 hanno dichiarato di vivere tutti nello stesso palazzo di Piazza Selinunte, in 287 in via degli Apuli in un unico condominio e 212 in viale Aretusa allo stesso indirizzo, tutti a Milano. Sono queste, assieme al codice fiscale attribuito in tempi record, alcune delle anomalie rilevate nelle oltre novemila domande fasulle per ottenere il reddito di cittadinanza e di emergenza al centro dell’indagine. Secondo la ricostruzione del giudice le domande “fasulle” riguardavano persone originarie della Romania “che non risultano, contrariamente a quanto dichiarato” aver vissuto mai a Milano e nemmeno in Italia. La gran parte di loro “è titolare esclusivamente di codice fiscale attribuito solo pochi giorni prima che venisse presentata la domanda di reddito di Cittadinanza” e inoltre non hanno il requisito che prevede l’aver risieduto nel nostro paese per almeno 10 anni.
Il gip: “Adottata procedura parallela”
Hanno adottato una “procedura ‘parallela’ caratterizzata dalla completa elusione e disattesa delle più basilari disposizioni, legalmente sancite”. Lo si legge nell’ordinanza del gip milanese, Teresa De Pascale, che nella sua ricostruzione ha evidenziato che l'”illecito business” architettato è “imprescindibilmente legato alla conoscenza di cavilli procedurali” da parte degli indagati. La truffa riguarda anche il reddito di emergenza.
Il gip parla anche di una “allarmante spregiudicatezza, dimestichezza e proclività a delinquere”, tanto che in alcuni video diffuso su TikTok si vedono gli arrestati mentre contano mazzette di euro in contanti. Le immagini, agli atti dell’indagine e che ritraggono anche bambini, riguardano 4 filmati, tre dei quali sul profilo di I. S., 33enne da oggi in cella. In un post la donna appare a letto, sotto la coperta, mentre sparge le banconote incassate attraverso un “illecito ingente profitto, ai danni della collettività, potendo contare su una rete ramificata di rapporti corrotti e di soggetti compiacenti – si legge nell’ordinanza – su metodiche collaudate, sulla conoscenza delle norme in vigore e delle modalità di aggiramento (…) su una base logistica e operativa nei Caf (…) e sulla capacità intimidatoria del gruppo”. (SkyTg24)
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