C’è abusivismo e abusivismo, direbbe Sala, quasi che occupare abusivamente non fosse sempre un reato. Il problema fondamentalmente è che sì, ci sono i morosi incolpevoli, e in questo caso manca una strategia perché sia loro affidato un tetto nell’emergenza, ma tutti gli altri sono colpevoli di azioni arbitrariamente illegittime. Milano potrebbe essere capitale dell’abusivismo, spesso con il tacito assenso di un sindaco che concretamente guarda ai possibili voti da incassare.
I centri sociali di antagonisti, ex Br e anarchici sono 27 e, nello specifico, in cinque casi si tratta di occupazione di edifici di proprietà del Comune, come quello di via Esterle requisito dalla rete Noi ci siamo che ospita immigrati irregolari, il Tempio del Futuro Perduto di via Nono, il Lume di via Veneto e il Cox 18 di via Conchetta. Per la sinistra va bene così, anzi pensa a una strategia di legittimazione.
Poi il frutto di un’accoglienza senza regole che permette a molti clandestini, ad esempio, di occupare la cascina di Crescenzago. L’edificio in questione, uno stabile di dimensioni enormi, sorge all’angolo tra Via Meucci e Via De Notaris a poche centinaia di metri dal naviglio della Martesana. Lo stabile è abbandonato da anni ed è oggetto, da tempo, di occupazioni abusive. Ci sono immigrati di ogni etnia, tra cui molti nordafricani senza documenti. Tutti possono entrare per poi adattarsi a vivere nel degrado e nella sporcizia, come topi. A Sala non interessano. L’integrazione è diventata una parola proibita. Sono decine gli stabili abbandonati che sono stati occupati dagli immigrati e molti di questi versano in condizioni di fatiscenza tali che rischiano di crollare da un momento all’altro, spesso di proprietà del Comune.
In una inchiesta Repubblica rende noti i numeri di abusivi nelle case popolari. “Ci sono caseggiati dove un appartamento su due, o anche di più, è abitato da chi non ne ha diritto: da San Siro a via Gola, passando per il Gallaratese e per Baggio, la mappa delle occupazioni abusive negli edifici popolari della città restituisce ancora numeri consistenti.
Sono 3.841 su 62.300 gli alloggi di edilizia residenziale pubblica che, ad oggi, sono abitati illegalmente: oltre il 6 per cento del totale. La quota più consistente è in capo ai complessi gestiti dall’azienda regionale Aler dove le occupazioni sono 3.205 su 34.226 alloggi, mentre nelle case di proprietà comunale amministrate da Mm ci si “ferma” a quota 636 su 28.074.. Numeri che variano da quartiere a quartiere, toccando punte allarmanti come nel caso di via Quarti, al confine nord di Baggio, accanto al parco delle Cave, o del fortino di via Gola, dietro al Naviglio Pavese dove si sfiora il 40 per cento ancora in via Bolla, al Gallaratese, dove siamo al 30 per cento circa.
In percentuale va un po’ meglio a San Siro, anche se in numeri assoluti il quadrilatero di vie che incorniciano piazzale Selinunte resta uno dei buchi neri delle periferie milanesi. Tra via Paravia, via Civitali, via Ricciarelli e via Dolci, su 3.991 appartamenti che fanno parte dei Sap (quella che era l'”Edilizia residenziale pubblica” ora è “Servizi abitativi pubblici”) 785 sono occupati abusivamente. Una situazione, quella di una zona tra le più popolose della città, che tra illegalità, case sfitte (101 immobili) e in manutenzione (572) scatta la fotografia simbolo dei nodi che strozzano i quartieri popolari milanesi.”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano