Non riuscivo a togliermi dalla testa la storia del signor Ennio Di Lalla, l’ottanteseienne romano che di ritorno da accertamenti medici ha trovato la propria abitazione occupata. Ci sono voluti 23 giorni perché l’anziano potesse rientrare in possesso del proprio appartamento. Lo ha trovato gravemente danneggiato, sporco, inagibile. “Lo faremo di nuovo”, ha detto una delle due occupanti al momento dello sgombro, evidentemente certa dell’impunità.
Una storia drammatica, perché drammatico è per un anziano perdere improvvisamente il possesso della propria casa, lo scrigno dei ricordi di una vita, e prendere atto di trovarsi in balia di un qualsiasi malintenzionato senza che i propri più evidenti diritti possano essere tempestivamente tutelati. Fatti del genere vanno ben oltre il disagio arrecato a chi ne è vittima. Speso conducono alla depressione, al crollo delle difese immunitarie, alla morte. Le cronache degli ultimi anni sono piene di storie simili. Storie che quasi sempre hanno per protagonista incolpevole un anziano. Un anziano solo.
Per questo, assieme al collega Enrico Aimi ho presentato in Senato un disegno di legge che, intervenendo sia sul codice penale sia su quello di procedura secondo la logica del “codice rosso” contro al violenza sulle donne, consentirà alle vittime di questo odioso reato di rientrare in possesso della propria abitazione in un massimo di tre giorni e alle forze dell’ordine di arrestare in flagranza il reo, che sconterà una pena compresa tra i due e i sei anni. Per gli stranieri si prevede l’espulsione.
In rappresentanza del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, alla conferenza stampa era presente l’avvocato Giovanni Gagliani Caputo.
Confido, e mi auguro, che tutte le forze politiche facciano proprio questo ddl e lo trasformino nel minor tempo possibile in legge. Lo dobbiamo al signor Ennio Di Lalla e ai tanti, troppi, che si sono trovati nelle sue stesse condizioni.
Blog Andrea Cangini senatore Forza Italia
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