Report Save the Children: in Lombardia 16,6% dei bimbi in povertà relativa

Lombardia

 In Lombardia “un minore su sei vive in condizioni di povertà relativa, i ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non studiano e non hanno concluso il ciclo d’istruzione sono l’11,9% e i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in alcun percorso di formazione si attestano al 17,4%. In questi ultimi due casi si tratta di percentuali al di sotto della media nazionale (rispettivamente 13,1% e 23,3%), ma lontane da quelle europee (9,9% e 13,7%)”. E’ quanto emerge dal XII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia dal titolo “Il futuro è già qui”, stilato da Save the Children. La pubblicazione, a cura di Vichi De Marchi ed edita da Ponte alle Grazie, racconta un’Italia ogni giorno più vecchia, ingabbiata nelle diseguaglianze sociali, economiche e geografiche: “In 15 anni in Italia la popolazione di bambine, bambini e adolescenti è diminuita di circa 600mila minori e oggi meno di un cittadino su sei non ha compiuto i 18 anni. E nello stesso arco di tempo è dilagata la povertà assoluta, con un milione di bambine, bambini e adolescenti in più senza lo stretto necessario per vivere dignitosamente”. “Le diseguaglianze e la povertà educativa si sperimentano sin dalla primissima infanzia. In Lombardia, solo un bambino su sei (17%) usufruisce di asili nido o servizi integrativi per l’infanzia finanziati dai Comuni, un dato che supera ma non di molto la media nazionale (14,7%)” spiega lo studio dell’organizzazione internazionale, e anche crescendo, le disuguaglianze non spariscono, dato che in Italia “solo il 36,3% delle classi della scuola primaria usufruisce del tempo pieno” e guardando alle province della Lombardia, “si segnalano in negativo quelle di Bergamo (17%), Lecco (18,9%) e Mantova (19,3%), ma anche Cremona (20,2%), Como (20,4%), Brescia (22,7%) e Varese (28,3%), va un po’ meglio a Sondrio (33,8%) e Pavia (38,6%), mentre l’offerta di un tempo di studio esteso raggiunge livelli virtuosi solo a Lodi (87,4%), Monza e Brianza (90,4%) e Milano (95,8%), con il capoluogo che vanta il più alto numero di classi con il tempo pieno di tutte le 107 province italiane”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.