In una città futuribile, con un immaginario proiettato ideologicamente, con la sicurezza di decisioni autonome, il parere di chi vive a Milano ed è affascinato dalla discrezione delle orme della Storia non ha valore.

Sto parlando di Sala che, parlando all’inaugurazione dell’Eicma, il salone del ciclo e del motociclo, è tornato su uno dei temi più scottanti per i milanesi: il pavé e l’opportunità di toglierlo.
“La politica di chi amministra Milano deve essere anche quella di garantire la sicurezza delle strade”, ha aggiunto il sindaco, “per questo parte del pavé potrebbe essere ripensato”.
Alcune domande: dopo l’invasione di piste ciclabili in ogni dove, con la promessa di altre attivazioni, è un favore dovuto ai ciclisti? Se toglie il pavé che necessita di poca manutenzione, in quanto tempo il nuovo asfalto non diventerà un colabrodo? L’armonizzazione urbana in prossimità di centri storicamente significativi per i milanesi, dove va a finire? O intende ravvivare gli incroci pitturando l’asfalto di colori vivaci che sbiadiscono in fretta? Che senso ha non ascoltare la voce della Storia, l’eco di battaglie vinte, la ricostruzione di una memoria cara ai cittadini?
E vorrebbe riaprire i Navigli, come una volta, ripercorrere un fascino di vita irripetibile con una crescita di investimenti e di commercio, naturalmente. Togliere il valore della memoria cancellando i pavé e ripristinarlo con la riapertura gigantesca dei Navigli è incongruente per il buon senso. E lei lavora per la sicurezza, dopo il caos odierno del traffico e gli incidenti a ripetizione creati spesso dai monopattini e dalla geniale mobilità voluta dalla sua Giunta?

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Milano non è Amsterdam e non si presta ad essere girata in bici o monopattini. Il pavé e’llo storico manto stradale di alcune importanti vie della città’. Sarebbe un sacrilegio smantellarlo per asfaltare con materiali pessimi e senza garantire poi la necessaria manutenzione. Questa volta Sala ha superato se’stesso in progetti assurdi al limite della pazzia.