Il commento di Luciano: 14a di serie A

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Buona settimana amici sportivi, due terzi del girone di andata sono andati, e prosegue la sua corsa il terzetto di testa con l’Inter che accorcia di brutto portandosi a -1 (almeno per un giorno) su Napoli e Milan, grazie alla vittoria sul campo del Venezia.
Il turno inizia venerdì con l’anticipo tra Cagliari e Salernitana, risultato che alla fine si traduce in una gigantesca occasione sprecata per i sardi, che non vanno oltre il pareggio. Ben poche le emozioni nel primo tempo, l’unico sussulto lo prova a dare Joao Pedro di testa sul finale di frazione: Belec è attento e neutralizza in tuffo la zuccata del brasiliano. Nella ripresa Mazzarri manda in campo Pavoletti e il bomber risponde presente: zampata da centravanti vero su assist del solito Joao Pedro e rossoblù in vantaggio. La Salernitana, nonostante le difficoltà tecniche e gli infortuni, non smette però di crederci e agguanta il pari nel finale: cross di KechridaNandez si distrae e Bonazzoli ne approfitta per trafiggere Cragno. Un punto ciascuno che, di fatto, non serve a nessuno.
Al Castellani di Empoli, brutto tonfo della Fiorentina che lascia ai padroni di casa 3 punti dopo un match a tratti dominato , mancando più volte il colpo del KO e fatalmente castigata nel finale. Inizio favorevole ai padroni di casa, con ottime giocate di Cutrone e Zurkowski. Nel finale Fiorentina vicina più volte al gol con Saponara e Bonaventura, ma la palla non entra. La ripresa vede inizialmente una sola squadra in campo, la viola. Il gol infatti arriva al minuto 58 grazie al solito, che realizza una rete stupenda praticamente al primo pallone toccato di questa match. Diversi cambi per i padroni di casa, che faticano enormemente contro gli ospiti ben messi in campo, bravi a chiudere tutti gli spazi e a tenere i ritmi bassi. Ma nel finale, Salernitana avanti a testa bassa, e succede l’incredibile: prima il pareggio di Bandinelli in mischia, un minuto dopo Pinamonti trova il gol dell’impensabile 2-1 al minuto 86′. La banda di Andreazzoli ha il merito di rimanere in partita e di crederci sino all’ultimo, tornando a vincere in casa dopo 2 mesi e arrivando a quota 19 punti.
Il Verona dura solo un tempo a Marassi. La Sampdoria si mette la corazza del combattente e ribalta il match nella ripresa con uno scatenato Candreva, poi con Ekdal e Murru. Ma è il Verona ad aprire le marcature e passare in vantaggio al 37′ con Tameze. L’ex Atalanta si fionda, fuori area, su palla ribattuta (male) da Yoshida: destro basso da fuori che, incredibilmente, va a sbattere proprio sul giapponese, spiazzando l’incolpevole Audero. Samp che pareggia al 51′, cross dalla sinistra di Verre, appoggio di Caputo per Candreva, destro nell’angolino più lontano: 1-1. Samp avanti al 77′, cross da destra del solito Candreva e torsione di testa di Ekdal: palla sul palo e rimbalzo in rete. La chiude al 90′ Murru, entrato da 4 minuti in sostituzione di Augello: ruba palla a Faraoni e fa scattare il contropiede, Gabbiadini tira, respinta del portiere e rasoiata dello stesso sul palo più lontano: 3-1 e tutti sotto la doccia. I blucerchiati replicano la vittoria di Salerno e si portano a 15 punti, mentre gli scaligeri falliscono l’aggancio al 5° posto e restano a quota 19.
JuventusAtalanta, ci si aspettava una partita furente dai bianconeri e un pronto riscatto. Invece l’Atalanta ha tenuto botta e sfruttato al massimo la condizione psicofisica della squadra di Allegri, ultimamente non proprio all’altezza del blasone dopo la pesante batosta patita dal Chelsea in Champions L.
Ha deciso la partita la rete di Duvan Zapata nel primo tempo, firmando un’impresa storica per la Dea: era dal 1989 che non vinceva a Torino contro i bianconeri. Male nel complesso la squadra di Allegri, pessima e disordinata nel primo tempo, arrembante ma poco lucida nella ripresa. La formazione bergamasca non ha brillato, ma ha gestito il vantaggio e concesso solo un paio di grandi chance alla Juve. Atalanta quarta e in fiducia, bianconeri a meno 7 dalla zona Champions e fischiatissima dai propri tifosi. Chiesa e McKennie infortunati.
Ultimo anticipo del sabato, in laguna per l’Inter alla ricerca del filotto per agguantare le due capolista. E la truppa di Simone Inzaghi, con pazienza e maturità, passa 2-0 Venezia contro l’ostica formazione di Paolo Zanetti, incamera il nono risultato utile consecutivo, tra campionato e Champions League e ora soffia sul collo di Napoli e Milan. Decisive le reti di Çalhanoglu al 34′ dalla distanza e del “Toro” Lautaro al 96′ su rigore. Partita dura, dal risultato mai scontato, in cui la compagine nerazzurra ha saputo chiudere quasi ogni boccaporto, eccezion fatta per un paio di conclusioni velenose di Aramu dalla distanza. Inter che, quindi, conferma il suo straordinario stato di forma, dando un chiaro messaggio alla Serie A.
La domenica calcistica parte con Udinese e Genoa, alla fine la spuntano la noia e la paura in uno 0-0 quanto mai insipido. In uno scontro salvezza fondamentale entrambe le squadre confermano tutte le difficoltà mostrate nell’ultimo periodo, soprattutto a livello di produzione offensiva. Davvero scarse le emozioni nei 90′: clamoroso l’errore di Ekuban nel primo tempo, altrettanto il palo colpito da Beto nel finale. Brilla la solidità delle difese, ma piange la classifica: l’Udinese resta comunque a una distanza rassicurante dalla zona retrocessione, ma ora si addensano le nubi attorno alla posizione di Gotti. Per Shevchenko, in attesa di recuperare gli infortunati, grandi risposte da Rovella e poco altro: il calendario infernale che attende il club preoccupa il tecnico ucraino, con Lazio (all’Olimpico) e Milan, e
in mezzo l’Empoli.
Il Bologna di Sinisa Mihajlovic supera l’esame Spezia e continua il suo splendido cammino in questo campionato. Dopo un primo tempo in cui sia Arnautovic che Barrow erano stati fermati dai legni della porta di Provedel, nella ripresa il gambiano colpisce il terzo, clamoroso, legno al minuto 65′. All’83’ l’episodio decisivo, con il mani di Nzola che regala un penalty agli ospiti. Dal dischetto va Arnautovic, implacabile nel battere Provedel, portare a casa buon 1-0 e garantire i tre punti ai suoi.
In virtù di questo risultato il Bologna sale a quota 21 punti in classifica, al sesto posto con Juventus, Lazio e Fiorentina. Niente male davvero.
Ma è nel primo pomeriggio che si compie un miracolo neroverde, a S.Siro. Non avessi saputo chi era in campo, alle prime battute avrei pensato che i giocatori in maglia bianca fossero il Milan, e gli altri in maglia rossonera il Foggiacon tutto il rispetto. Invece no, era proprio il Sassuolo, in bianco solo per il colore della divisa,  a dare spettacolo. E c’era da stropicciarsi gli occhi per come stava letteralmente travestendosi da diavolo, lasciando al Milan solo le corna spuntate. Condizione atletica, dinamismo, reattività, e alcune brillanti individualità (BerardiScamacca e Raspadori) hanno creato una sequenza di difficoltà che gli uomini di Pioli, non certo nella miglior giornata, non sono riusciti ad arginare. Ed è con questa partita perfetta che i neroverdi riescono a sbancare San Siro a sorpresa. Rossoneri in vantaggio nel primo tempo con Romagnoli, poi l’ondata sassolese con bomber Scamacca (gol da manuale), autorete di Kjaer e timbro finale del solito Berardi nel contesto di una ripresa a senso unico. Espulso nel finale Romagnoli. Milan “inchiodato” a quota 32 in classifica e pertanto avvicinato a -1 dall’Inter. Grande occasione, questa sera, per il Napoli di Spalletti, e l’avversario non è certo dei più teneri  (Lazio) sulla carta, ma sul campo sembra alla fine intenerito anche troppo, vista la scoppola che porterà a casa…
Roma c’è un Torino che cerca punti e conferme di una salute apparsa in miglioramento rispetto al passato recente. Ma l’avversario ha le stesse aspirazioni e lo scontro diventa muscolare. Che la sfida MourinhoJuric presupponesse gioco maschio e spigoloso, spazi chiusi e ripartenze era cosa praticamente certa, un pronostico che ha trovato la sua sublimazione nella realtà: la Roma, all’Olimpico, vince una gara sofferta fino all’ultimo respiro. Una “stile Mou”: 1-0 il finale con gol di Abraham al 33′, in mezzo agli infortuni muscolari di Pellegrini da una parte e Belotti dall’altra. Una vittoria (1-0) utile a rinsaldare il 5° posto a 25 punti e restare in scia alle postazioni Champions.
Chiude la giornata un altro match in grado di dare un impulso alla classifica, soprattutto per il Napoli, che ospita i biancazzurri della Lazio di Sarri. E chi temeva che gli effetti collaterali della sconfitta in Europa si ripercuotessero sulla squadra di Spalletti, ha dovuto ricredersi nel giro di mezz’ora. Il Napoli infatti parte come una scheggia, e nel giro di 25 minuti mette 3 volte il pallone dietro le spalle di Reina. Come nella partita che pure ha perso con l’Inter, è Zielinski ad aprire le danze già al 6′ , portando subito avanti i suoi. Poi c’è un ritorno alla ribalta, confermato, di quel gran folletto belga che risponde al nome di Mertens: il raddoppio (al 10′) e il tris napoletano (al 29′) sono opera sua con due autentiche perle balistiche, specie il gol della doppietta personale. 3 ceffoni che sembrano tramortire una Lazio apparsa smarrita, di fronte alla carica agonistica e al pressing napoletano, e con tale pesante fardello vanno al riposo gli uomini di Sarri. Unici segnali un paio di tentativi da parte della Lazio, anche sfortunati, quando un gran destro al volo di Luis Alberto impegna Ospina in una super parata, e pochi secondi dopo scheggia la traversa su azione da corner. E la ripresa non suona alcuna sveglia, anzi nel finale si aggrava ancora il passivo laziale con il quarto gol ad opera di Fabian Ruiz all’85’. Serata da dimenticare per Immobile e C., ma il Napoli di oggi era un treno, freccia azzurra.
Mertens esulta dopo le sue prodezze ai danni della Lazio.
E’ tutto per la 14a giornata, arrivederci alla prossima (turno infrasettimanale) ad iniziare da martedì in cui sono previsti 8 incontri, per finire giovedì con i restanti 2.
Buona settimana ai lettori.

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