Meno di uno studente fuorisede su dieci trova alloggio in una residenza pubblica in Lombardia. E’ quanto emerso dai dati del Dossier elaborato dall’Unione degli Universitari, presentato questa mattina in conferenza stampa presso la sede Cisl Lombardia, secondo cui gli alloggi pubblici in Lombardia sono nettamente insufficienti per rispondere ai bisogni della popolazione studentesca universitaria: 8.758 posti letto nell’ambito del Diritto allo Studio Universitario (DSU).
Questo significa che in Lombardia, meno del 9% degli studenti fuori sede accede a una residenza pubblica. Di questi, oltre la metà non risulta idoneo alla borsa di studio e deve quindi pagare una certa tariffa all’ente. Su Pavia, ad esempio, la retta annuale varia da un minimo di 1.900€ per una camera doppia a un minimo di 2.100€ per camera singola. Secondo la ricerca dell’Udu, stante la carenza dell’offerta pubblica, gli studenti non possono che rivolgersi al mercato privato, sottoscrivendo contratti di locazione e sostenendo spesso costi elevati. Le ricerche di Eurostudent dimostrano infatti che il costo dell’alloggio per gli studenti incide sul 36% delle spese totali. La gravosità della sistemazione può addirittura pesare per un 46% delle spese totali nella città di Milano.
Negli ultimi 20 anni – spiegano – la città di Milano ha visto l’impegno crescente da parte di grandi società che investono sul mercato dello studenthousing. Questa tendenza è parallela a quella di altre grandi città universitarie. Aparto, che fa capo al 100% al Gruppo Hines, ha in programma l’apertura della residenza Giovenale nel gennaio 2022 (1300 posti letto), in prossimità dell’Università Commerciale Bocconi: un posto in camera doppia viene offerto a 607 euro/mese, mentre la soluzione per la camera singola più economica è di 1.051 euro/mese. Poi c’è il modello meritocratico, con scontistiche sul costo d’accesso, dei collegi di merito modello Camplus, con una forbice per le camere doppie che va dagli 818,2 euro/mese (Camplus Lambrate) ai 1.172,72 euro/mese (Camplus Turro e Città Studi), mentre le camere singole vanno da 1000 euro/mese (Camplus Lambrate, singola in appartamento) a 1.445,45 euro/mese (Camplus Città Studi, singola con bagno esclusivo)”. Per quanto riguarda il mercato privato, in Lombardia ci sono città come Milano che sfonda ogni record nazionale in merito al costo delle locazioni (579€ per camera singola e 345€ per camera doppia) e città come Pavia che, all’opposto, sembra essere tra le città universitarie del Nord Italia più “abbordabili” (280€ per camera singola e 204€ per camera doppia). Sul totale massimo ricevuto tramite la borsa di studio nell’anno accademico 2019/2020, uno studente fuori sede che paga l’affitto a Milano e percepisce una borsa di studio, dopo aver pagato il canone di locazione si ritrova con neanche 100€ residui per pagare le bollette, fare la spesa e spostarsi in città; tale cifra sale a 195€ a Brescia e 234€ per Pavia. “Regione Lombardia stanzia ogni anno un contributo in conto gestione pari a 23,2 milioni di euro. Come previsto dalla Legge Regionale 33/2004, tale somma è destinata alla copertura dei costi relativi alla erogazione dei servizi relativi agli enti di diritto allo studio (residenze, collegi, mense, altri servizi connessi) senza distinguere tra università private o pubbliche. Dal 2020 la Regione stanzia un milione aggiuntivo per il sistema dei collegi, presenti all’Università di Pavia e alla Cattolica di Milano. I 24,2 milioni stanziati annualmente risultano insufficienti per coprire i costi di funzionamento e manutenzione delle strutture esistenti”, spiegano dall’Udu.
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