Buongiorno amici lettori, turno infrasettimanale e tour de force per le formazioni impegnate su più fronti. Si parte martedì con 4 anticipi, il primo vede di scena la Fiorentina che spazza la cocente delusione di Empoli in rimonta, ribaltando questa volta l’avversario di turno, ovvero la Sampdoria di D’Aversa. La band di Italiano vince e convince, azzannando i blucerchiati subito dopo il loro vantaggio arrivato al 15′ su colpo di testa vincente di Gabbiadini. Il gioco corale e aggressivo dei viola manda a segno, prima del duplice fischio, Callejon (al primo centro stagionale), il solito Vlahovic e Sottil, per un 3-1 che non cambierà più. Ora, i punti in classifica per i toscani sono 24, frutto di 8 vittorie e 7 sconfitte (ancora niente pareggi): l’Europa non è solo un sogno. Samp che, dopo due successi consecutivi, torna a fermarsi stazionando a quota 15.
Altra partita, cambiano gli avversari ma non cambia l’Atalanta, sempre a caccia di gol che puntualmente trova. Stavolta maltratta a Bergamo il Venezia, che pochi giorni prima era stato sconfitto dall’Inter in laguna, ma i gol che subisce sono il doppio. Una quaterna nerazzurra per raggiungere momentaneamente l’Inter al terzo posto, e un avviso: l’Atalanta lotterà ancora una volta per andare in Champions L. Al Gewiss Stadium, passano meno di 10 minuti per vedere un super Pasalic, protagonista del 4-0 finale. Una tripletta del croato, e una rasoiata mancina di Koopmeiners, a segno per la prima volta in A, condannano i neroverdi. I veneti resistono quanto possono, ma capiscono ben presto che non è serata giusta per prendere punti. Nemmeno il turnover ferma l’Atalanta, che lascia fuori Zapata, Freuler e non solo ma non perde concentrazione e brillantezza. L’altra bella notizia è il rientro in campo dopo più di sei mesi di Hateboer, dentro per tutti i 90 minuti. Bentornato.
Il Verona non sfonda il muro del Cagliari ed è costretto ancora a rinviare l’appuntamento con il successo. 0-0 e partita senza troppe emozioni nel primo tempo. La squadra di Tudor approccia bene la gara, ma con il passare dei minuti i sardi prendono campo e bloccano gli spazi agli scaligeri. I padroni di casa aumentano il ritmo nella ripresa e vanno subito vicini al gol con Simeone poco incisivo davanti a Radunovic. Dawidowicz colpisce un palo in mischia, nel finale Lasagna va per due volte vicino al gol ma l’ex Udinese allunga il digiuno in campionato. Un pareggio che soddisfa maggiormente gli uomini di Mazzarri, autori di una prova di sacrificio. Solo rimpianti, invece, per i gialloblu.
La Juventus? Riparte da Salerno. Peccato che l’arrivo sia molto più in alto, dove (a parte Napoli comunque capolista) al nord della classifica ci sono ben 4 squadre da rincorrere per un piazzamento in Europa. Non la si può certo definire guarigione, ma almeno è un primo passo. Dybala nel primo tempo e Morata nella ripresa a sigillare un dominio abbastanza palese dei bianconeri, questa sera in versione gialla. La Salernitana, certo, si è dimostrata comunque poca cosa, spostando ogni eventuale giudizio completo sulla Juventus alle prossime uscite. Anche perché c’è da aggiungere, al di là di tutto, sullo 0-1, un pallone che sbatte sul palo alla sinistra di Szczesny ed esce clamorosamente sulla linea sfiorando il palo opposto. Episodio che forse avrebbe potuto cambiare un po’ le sorti del finale di questa partita. Poco importa comunque ad Allegri, che risponde subito alla vittoria dell’Atalanta contro il Venezia rimanendo dunque a -7 dal 4° posto, unico reale obiettivo di questa squadra al momento.
Vola ancora il Bologna di Mihajlovic, dimentica le recenti difficoltà e infila la quarta vittoria sulle ultime 5 partite. L’ultima la più prestigiosa, perché contro la Roma di Mourinho, freddata per 1-0 dal bel gol di Svanberg al 35’ del primo tempo. Un Bologna tosto, solido e con qualità nella sua produzione offensiva; che ha trovato continuità in questo 3-4-2-1 in cui la difesa si trova comunque molto ben protetta. Un po’ deludente la Roma. I giallorossi infatti ci provano col predominio territoriale, ma Skorpuski non è mai chiamato a clamorose parate. La nota dolente per Mourinho, oltre al ko, arriva però dalla situazione diffidati. Una Roma già in emergenza dovrà infatti fare a meno nella sfida contro l’Inter di due pedine importanti: Abraham e Karsdorp, entrambi ammoniti al Dall’Ara.
In campo nel tardo pomeriggio in campo anche l’Inter, che a S.Siro ospita lo Spezia dell’ex Thiago Motta, uno dei campioni d’Europa del triplete 2010. Inzaghi schiera alcuni dei suoi fidi panchinari, al fine ovvio di risparmiare energie e imprevisti ai vari Barella, Dzeko, Bastoni, Darmian, sicuramente impegnati in ben altro match il prossimo 7 Dicembre con il Real Madrid, per contendere agli spagnoli il primo posto nel girone di Champions L.
Gara agevole per i ragazzi di Inzaghi, concentrati, determinati e dominanti, nonostante le assenze . Mai in partita lo Spezia, che deve ringraziare Provedel per non aver subito un passivo nettamente peggiore. Molto bene Calhanoglu e Dimarco, tra i migliori in campo Lautaro. Quarta vittoria di fila tra campionato e coppa per l’Inter, e questi 3 punti portano la firma di uno dei succitati “panchinari” (Gagliardini al 36′, buona prestazione e bel gol su intelligente assist di Lautaro) , poi Lautaro per il raddoppio (su rigore al 57′ per tocco di mano in area di Hristov). Una sola vera occasione per lo Spezia allo scadere dei primi 45+1, con Handanovic in parata strepitosa su testa di Amian, ma pochi secondi prima era Correa a mangiarsi il raddoppio su azione personale, con tiro deviato in angolo in extremis. Nella ripresa, al 52′, ancora Correa si aggiusta un pallone dopo un contrasto, entra in area e spara a botta sicura, centrando in pieno la traversa. L’Inter in pieno controllo della partita, non forza ma costruisce ugualmente due grandi occasioni per incrementare il bottino con Calhanoglu, che per due volte impegna severamente Provedel con potenti conclusioni dal limite. 3′ di recupero, i nerazzurri incassano tranquillamente i 3 punti previsti e si preparano al prossimo incontro, che li vedrà all’Olimpico confrontarsi con un grande ex Mourinho.
Pazza partita e mezza sorpresa tra Sassuolo e Napoli. Al Mapei Stadium, il Napoli si porta sul doppio vantaggio nel secondo tempo con Fabian Ruiz e Mertens. Ma ai neroverdi scocca la scintilla al 72′ con un gol da cineteca di Scamacca. La band di Spalletti (espulso per proteste) si mette paura e, dopo aver perso Insigne, Fabian e Koulibaly per guai muscolari, subisce il 2-2 di Ferrari all’89’. E al 93′ succede di tutto: Berardi ruba palla a un distratto Rrahamni e propizia la staffilata in rete dal limite dell’area del neoentrato Defrel. E’ 3-2 e il Sassuolo gode per una rimonta da sogno. Che però rimane tale: il VAR-check evidenzia infatti il fallo di Berardi sul difensore kosovaro in fase di pressing. Finisce 2-2 tra la delusione di entrambe le squadre. Il Napoli resta in testa alla classifica di Serie A a 36 punti, ma ora con una sola lunghezza di vantaggio sul Milan, vittorioso col Genoa.
Tutto abbastanza facile per il Milan a Marassi. Gli uomini di Pioli strapazzano il modesto Genoa (3-0) e tornano ad incamerare preziosi punti per la corsa scudetto dopo le due sconfitte con Fiorentina e Sassuolo. Una gara senza storia che ha come grande protagonista Messias, autore di una doppietta. Ibrahimovic apre il punteggio su punizione e gestisce poi le operazioni, molto bene anche un ritrovato Brahim Diaz. Tante le buone notizie per Stefano Pioli, che perde però Kjaer per un trauma contusivo-distorsivo al ginocchio sinistro: il danese è uscito in barella in avvio, destando grande apprensione. Il Genoa continua a sprofondare, troppo poca la qualità a disposizione di Shevchenko ancora privo di Destro, Criscito e Caicedo: la salvezza, in questa situazione, è molto più di un miraggio.
Il Torino non va oltre il 2-2 casalingo contro l’Empoli dopo una partenza a dir poco arrembante con l’uno-due micidiale firmato Pobega–Pjaca tra il 10′ e il 15′. Poi, però, tutto cambia dopo l’espulsione al 32′, dopo VAR-check , di Singo per trattenuta sul lanciatissimo Di Francesco. Da lì, Romagnoli al 34′ e La Mantia al 72′ regalano il pari alla band di Andreazzoli, che sale a 20 punti in classifica. Granata di Juric a quota 18.
Chiude la giornata il match serale tra Udinese e Lazio, e già la visione del primo tempo conferma che in questo campionato, ad eccezione delle prime 4 in classifica, la parte del leone (sdentato) la sta facendo la discontinuità. Un primo tempo in cui spicca sul tabellone il punteggio, un 3-1 per i friulani di Gotti che senza nemmeno strafare mettono in croce i più quotati avversari. I biancazzurri vanno sotto di due gol (doppietta di Beto, 17′ e 32′) e reagiscono in una manciata di minuti con uno scatto d’orgoglio, un 2-1 concretizzato al 34′ da un pallone arpionato da Immobile sotto porta, ma immediatamente dopo raccolgono il terzo pallone finito nel loro sacco ad opera di Molina. Si fa dura per la banda di Sarri? Questo è quello che lascerebbe presagire la prima frazione di gioco. Quanto accade nella ripresa, invece, sovverte ogni pronostico e riconferma la discontinuità, ma nel contesto della medesima partita. Infatti la Lazio prende campo, anima e corpo, e passa in poco più di 10 minuti dall’1-3 al 3-3, con Pedro al 51′ e Milinkovic Savic al 56′. Un minuto più tardi, Lazio in 10 per espulsione di Patric, ma la parità numerica viene ristabilita 12 minuti più tardi, al 69′ con altro rosso per Molina. Pareggio, e squadre stanche e sazie? Macchè…La Lazio ora vuole prendersi il malloppo intero e all’81’ è Acerbi a mettere dentro di testa il pallone del 4-3, convalidato dopo lungo check VAR, ed esultanza sfrenata di giocatori e panchina tutta. Arriva così il 90′ e tra sospensioni per falli , sostituzioni e VAR, si giocano ancora ben 7′ di recupero. Ultimo dei suddetti, un fallo sul limite destro dell’area laziale: batte Forestieri, palla ad Arslan che batte imparabilmente Reina da una decina di metri, nuovo pareggio e parapiglia finale con Walace che esulta provocatoriamente e si becca il terzo cartellino rosso della movimentata partita. Ma tutto si può dire fuorché il pubblico possa aver sbadigliato, con una raffica di 8 gol, rimonte, gol annullati (Immobile) per un possibile 5-3 laziale che alla fine resta un pirotecnico 4-4.
E’ tutto per la 15a, arrivederci alla prossima che offre 2 big match sabato 4 dicembre: Roma-Inter e Napoli–Atalanta. Buon week end a tutti.