Il Natale dalle parti di Bruxelles deve dare proprio fastidio. S’intende quello col presepio, Gesù bambino, la vergine col mantello blu, Giuseppe, i pastori e gli angeli del cielo. All’Unione Europea il Natale o non piace proprio, e quindi cercano di cancellarlo preferendo un più politicamente corretto “buone feste”. Oppure finiscono con l’utilizzarlo per battaglie di discutibile gusto, come rappresentare la Madonna in versione trans, con tanto di barba e tutto il resto. Dopo la follia, per fortuna ritirata, delle linee guida interne della Commissione europea in cui si suggeriva di usare “Malika” al posto di “Maria”, la nuova provocazione arriva da un attivista arcobaleno che l’Ue ha scelto come “ambasciatore speciale Lgbt+“.
Ora, tralasciamo la domanda delle domande (“ma davvero l’Unione ha un ambasciatore speciale per i gay?”) e guardiamo alla sostanza. Riccardo Simonetti, italiano ma tedesco di adozione, attivista arcobaleno e influencer, è stato ritratto sulla copertina di una rivista Lgbt tedesca con velo in testa, un filo di trucco e un bambinello in braccio. Una Vergine Maria al maschile, che sarà piaciuta forse ai lettori del Siegessäule, il mensile queer di Berlino, ma che ha fatto infuriare (e non poco) gli esponenti conservatori dell’Unione Europea. Non tanto perché la rivista abbia deciso di mettere in prima pagina una provocazione (la libertà di stampa non si discute), ma perché il soggetto rappresentato – Simonetti – come ambasciatore Ue finisce col rappresentare un po’ tutta l’Europa. E la cosa, ovviamente, non è andata giù a chi considera la messinscena un affronto al sentire dei cattolici europei.
Il blogger la sua scelta l’ha spiegata così: “Non si tratta per me di schernire le persone a causa della loro fede, ma di ricordare loro che nelle storie bibliche ci sono così tanti punti di domanda”. Per Simonetti, “se Maria era Vergine e ha avuto un figlio senza rapporti sessuali, allora possiamo immaginarla altrettanto bene come una persona non conforme dal punto di vista del gender”. E vagli tu a spiegare che il non binarismo sessuale con l’arcangelo Gabriele, l’annunciazione e tutto il resto non c’entra una mazza. Chiamasi “miracolo”, cui uno può credere oppure no. Ma se la cosa gli pare “strana”, e dunque non si fida della storia dello Spirito Santo, Simonetti dovrebbe avere almeno il buon gusto di non usare Maria per battaglie ideologiche che col cristianesimo non hanno nulla a che fare. “Nessuno di noi ha il diritto di avere il monopolio su una determinata immagine di Dio”, dice lui. Sbagliato. Ma ha senso starglielo a spiegare?
Un portavoce dell’Europarlamento ha spiegato che quella con Simonetti è solo una “collaborazione” “non retribuita” nell’ambito della “strategia di comunicazione del Parlamento europeo”. In pratica i deputati europei informano l’influencer e “attraverso di lui, la sua comunità sulle posizioni approvate in plenaria riguardo ai diritti delle persone Lgbtiq+”. Ma ormai la frittata è fatta. Scontate le ire del centrodestra: “La Vergine Maria rappresentata come un trans. È così che un ‘Ambasciatore speciale Ue per i diritti Lgbt’ pensa di costruire un’Europa più inclusiva? – attacca Giorgia Meloni – Non è sbeffeggiando la religione, offendendo i fedeli o cancellando il Natale -avverte- che si tutelano diritti civili. Che triste teatrino”. Le fa eco Matteo Salvini: “Ma possibile che certa gente non riesca a rispettare nemmeno la Vergine Maria e il Santo Natale? Non è una simpatica provocazione, è un vergognoso insulto”.
Blog Nicola Porro
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