Regione Lombardia ha stanziato 200mila euro per la videosorveglianza e la vigilanza privata nelle case Aler. Lo hanno annunciato in conferenza stampa gli assessori regionali Riccardo De Corato (Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale) e Alessandro Mattinzoli (Casa e Housing sociale) che hanno illustrato i progetti presentati dall’Aler Milano e dall’Aler Pavia – Lodi. Le aree d’intervento sono 7. A Milano nei quartieri Lorenteggio (via Apuli 2, 4) Mazzini (via Panicarola 5), San Siro (piazza Selinunte 3). A Cernusco sul Naviglio (via don Sturzo 11, 16), a Cinisello Balsamo (via Giussano 1) e Garbagnate Milanese (via Mazzini 48, 50, 52). Per l’Aler Pavia Lodi l’intervento a Sant’Angelo Lodigiano (LO) (via Polli 15,17).
“Vogliamo rendere i quartieri sicuri – ha detto Riccardo De Corato -. Questi primi interventi avranno carattere sperimentali. L’obiettivo è quello di identificare i responsabili di atti di inciviltà e di eventuali reati e possono costituire prove per le indagini giudiziarie”.
La chiarezza dell’assessore Mattinzoli è esemplare nel disegnare competenze, necessità primarie per il bene degli inquilini: “Sono stato tra quelli che hanno detto che un dialogo con il Comune va fatto per innalzare la qualità della vita degli inquilini. A volte però ho la sensazione che sia pretestuoso perché ci è stato fatto capire ‘MM è più brava di Aler quindi dateci il vostro patrimonio. Per sedersi al tavolo e provare con un ragionamento serio ad andare a una collaborazione gestionale servono tre cose – ha proseguito l’assessore lombardo – l’equità fiscale che non c’è, ma addirittura quello che mi interessa di più l’equità sotto il profilo sociale: quando sgombriamo dei nostri inquilini, delle loro fragilità se ne deve occupare l’assessorato ai servizi sociali del Comune di Milano anche se si tratta di inquilini Aler”. E inoltre “che la polizia locale pensi alla sicurezza anche dagli inquilini Aler”.
“Se poi mi si dice che la gara è tra chi sgombera di più e chi tutela di più le fasce deboli – ha sottolineato – voglio ricordare una volta di più che questa competenza spetta al Comune di Milano non spetta ad Aler che non è che non ne abbia la forza, non è nel suo compito”. Secondo Mattinzoli la partita da parte del Comune “viene gestita un po’ con una sorta di tifo a chi è più bravo”. “Adesso mi sembra che le elezioni siano finite”, ha detto, sollecitando quindi ad avere “grande senso di responsabilità nel mettere una sostenibilità sulle tre partite che fino ad oggi secondo me non c’è stata” e nell'”andare insieme dalla Prefettura e a livello nazionale a chiedere un’azione incisiva” per quanto riguarda la sicurezza. In tema di sicurezza nei quartieri popolari “la sfida che lancio al Comune di Milano è quella di un cambio di mentalità e di approccio perché ritengo che da parte di alcune forze politiche o c’è rassegnazione o c’è comprensione o una sorta di tolleranza che a lungo andare ha portato a questo, a un’illegalità che non ha paura a farsi vedere e questo è spaventoso e ci deve far preoccupare. I protocolli come quello sul quartiere San Siro con la Prefettura sono fondamentali ma credo che non bastino – ha aggiunto l’assessore -; io credo che ci voglia un’azione sinergica dove tutti siamo convinti che la cultura della legalità debba partire dalle scuole ma noi la dobbiamo portare concretamente nei quartieri, altrimenti faremmo un ‘compitino’ buono, ma molto ordinario rispetto ai problemi e non proporzionato a risolverli”.
Secondo Mattinzoli, per migliorare la sicurezza nei quartieri critici, ma anche ad esempio sui treni, servirebbe “un coordinamento nazionale e, perché no, l’esercito”. “Il centrodestra ha questa visione – ha concluso – io ho ancora la sensazione che il centrosinistra sia molto allergico a una collaborazione forte con le forze dell’ordine perché non fanno parte magari della loro storia politica, ma la storia attuale è un’altra storia e dunque credo che l’esercito, le forze dell’ordine insieme ai progetti che stiamo portando avanti diventino un sistema integrato per riportare la sicurezza nei quartieri”.
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