La Lazio di Sarri tira un sospiro di sollievo, e torna ad agganciare l’ultima casella europea occupata dalla Roma. Notte fonda invece per il Genoa di Shevchenko, che incassa la quarta sconfitta consecutiva in campionato e rimane in terzultima posizione. La Lazio si impone (3-1) con carattere e aggressività, ed è proprio l’aggressione in pressing alto a ripagare i biancocelesti al 36’: Felipe Anderson intercetta un pallone sulla trequarti ligure e serve il gol del vantaggio sui piedi di Pedro, che non sbaglia da posizione ravvicinata. Nel secondo tempo il Genoa cresce, ma non impensierisce la rete difesa da Strakosha. A stoppare ogni velleità del Grifone ci pensa Acerbi al 76’: il centrale laziale incorna su corner battuto da Luis Alberto. E’ lo stesso spagnolo, subentrato per Basic a metà secondo tempo, a fornire un elegante assist per la corsa solitaria di Zaccagni, che all’82’ cala il tris biancoceleste. All’86’, Melegoni firma il gol della bandiera con una stoccata micidiale su cross di Cambiaso.
Venerdì sera fa festa ancora l’Inter, allungando almeno per 48 ore il distacco in classifica dalle inseguitrici. Ovviamente il punteggio finale (5-0) fa testo solamente per le statistiche sulla prolificità degli attacchi, visto il palese dislivello tecnico tra la capolista e il fanalino di coda campano, guidato da Colantuono. Ma è quello che rispecchia comunque una condizione in virtù della quale, in assenza di episodi anomali nell’andamento del gioco, si concretizza un risultato tra due squadre di tale differente potenziale. All’Arechi, la banda di Inzaghi ottiene la sesta vittoria consecutiva in campionato (10° risultato utile consecutivo) e conferma il primo posto raggiunto domenica scorsa. In attesa del Milan (in campo domenica sera contro il Napoli), il vantaggio sui cugini rossoneri sale a 4 punti. Per la Salernitana invece è la quarta sconfitta consecutiva: i granata, che non vincono dal 26 ottobre, rimangono fermi all’ultimo posto (8 punti). A segno Perisic (11′), Dumfries (33′), Sanchez (52′), Lautaro (77′) e Gagliardini (87′), e tra un gol e l’altro ci stanno comodamente altre 3-4 occasioni mancate di pochissimo.
Sabato, Atalanta-Roma, Bologna-Juventus e Cagliari-Udinese:
I nerazzurri bergamaschi alla ricerca della vittoria consecutiva n°7, oltre che alla replica della sonante vittoria ottenuta a Roma dai cugini nerazzurri milanesi. Ma l’Atalanta non solo non trova la vittoria, subisce addirittura una imprevista e dolorosa sconfitta casalinga ad opera dei giallorossi in giornata di grazia. Un 4-1 che pesa sulla classifica ma anche sul morale, perché interrompe una serie positiva di 6 vittorie e nulla lasciava presagire una debacle, che invece si è verificata. La Roma ottiene la seconda vittoria consecutiva in campionato e raggiunge momentaneamente il 5° posto. Dopo un periodo complicato a livello di risultati, la truppa di José Mourinho ritrova il ritmo europeo. A segno Abraham con una fantastica doppietta (1’e 82′) , Zaniolo (27′) e Smalling (72′) , ad annullare l’effetto dell’autorete di Cristante su tiro di Muriel. KO pesante per l’Atalanta di Gasperini, che torna a conoscere la sconfitta dopo 76 giorni a tutto gas e dovrà cedere il 3° posto al Napoli di Spalletti (in campo e vincente domenica sera contro il Milan).
Altra partita attesa per conferme (o smentite) da una parte e anche dall’altra, Bologna–Juventus. E a dispetto del risultato (0-2), le conferme arrivano per il Bologna più che per i bianconeri, che passano a Bologna al termine di una partita cinica, in cui due lampi, una ripartenza di Morata nel primo tempo e una giocata individuale di Cuadrado nella ripresa, regalano ad Allegri il massimo della posta. Tre punti decisivi, a fronte delle vittorie di Lazio e Roma, ma arrivati ancora senza impressionare dal punto di vista del gioco espresso. Non una novità. Il Bologna infatti se la gioca alla pari, mettendo anche grande pressione ai bianconeri a inizio ripresa. Ma senza gol il resto sono tutte chiacchiere; e la Juve porta via la vittoria troppo importante in questa fase della stagione. Insomma, si prende i punti più che la prestazione. Per quella ci sarà tempo, forse. O forse no, visto il ritardo dalla vetta e visto il palese handycap del reparto avanzato dal momento della dipartita di Cr7, uomo che rappresentava il 50% del peso complessivo di un attacco per il quale aveva risolto, praticamente da solo, una serie di partite nella scorsa stagione.
Ultimo anticipo, Cagliari-Udinese. E per la squadra sarda si profila un girone di ritorno dantesco, per scansare le forche caudine di una retrocessione che, allo stato attuale, appare più una probabilità che un brutto sogno. In parole povere, una condanna già scritta salvo miracoli, che l’Udinese sancisce con l’ennesima raffica di gol che il portiere Cragno è costretto a raccogliere in fondo alla rete. Dopo la quaterna appena incassata dall’Inter a S.Siro, arriva quella casalinga ad opera dei bianconeri di Udine. Dominatrice dell’incontro, la squadra friulana raggiunge il secondo risultato utile consecutivo e allontana la zona retrocessione (+10 sul 18° posto). Da quando la società ha esonerato Luca Gotti, i friulani hanno reagito conquistando 4 punti in due partite. A segno Makengo, Deulofeu, con una punizione fantastica e un arcobaleno meraviglioso, e Molina. Seconda sconfitta consecutiva per il Cagliari, che rimane fermo al 19° posto (10 punti) e conferma una crisi che dura dal 17 ottobre: il giorno della prima e unica vittoria.
Domenica che inizia con una sfida interessante nella classifica medio-alta.
Fiorentina-Sassuolo, terminata con il punteggio di 2-2, frutto delle reti di Scamacca, Frattesi, Vlahovic e Torreira. Per 70 minuti scarsi, il match più divertente dell’anno, prima di un fisiologico calo dettato più che altro dal rosso a Biraghi a spegnere l’ardore viola. Ma vale la pena spendere qualche parola in più su un giocatore che, di partita in partita, sta rivelandosi un’esca sempre più appetitosa per i “pesci grossi” del calcio che conta, anche in Europa. Si tratta ovviamente del serbo della Fiorentina Dusan Vlahovic, che entra di diritto nella storia della serie A come uno dei più grandi marcatori di sempre. A soli 21 anni, il fenomeno della viola si toglie il lusso, grazie al gol rifilato al Sassuolo nella 18° giornata del campionato 2021/2022, di raggiungere il risultato ottenuto da Cristiano Ronaldo di ben 33 gol nell’anno solare di Serie A. Numeri impressionanti per un centravanti che, assieme al lavoro di Italiano, vuole riportare la formazione gigliata in Europa.
L’Empoli di Andreazzoli allunga a 5 la sua striscia di risultati utili in campionato, pareggiando 1-1 con lo Spezia di Thiago Motta. Dopo un primo tempo avaro di occasioni, nella ripresa, al 50′ arriva l’autogol di Marchizza che sblocca il match. Al 72′ con una dinamica pressoché identica, è invece Nikolau a deviare nella propria porta la sfera, nel tentativo di anticipare Cutrone. Assegnato e poi revocato dal VAR un calcio di rigore per gli ospiti al 76′, per un presunto tocco di mano di Amian in area di rigore. In virtù di questo risultato i toscani salgono a quota 27 punti in classifica, rimanendo al nono posto, a -1 d a Lazio.
Sampdoria e Venezia, un 1-1 che sta benissimo ai lagunari e malissimo ai blucerchiati, in vantaggio fino a tre minuti dalla fine. Pareva un ottimo avvio della Samp quando il solito Gabbiadini, già eroe del derby, andava a segno in soli 38 secondi. Ma la formazione di D’Aversa ha il torto di non chiudere i conti con Thorsby, che spreca un paio di palle gol facili e tiene in vita un Venezia mai domo. E i veneti, nel finale, acciuffano il pari grazie al neo entrato Henry, autore di uno stupendo destro a giro sotto l’incrocio di Audero. Un punto a testa, entrambe a distanza di sicurezza dalla zona calda, ma Quagliarella e soci tornano a casa col rammarico di aver fallito lo scatto verso la metà della classifica.
La vittoria del Torino (1-0) contro il Verona si costruisce in pochi secondi, al 25′ del primo tempo. Magnani stende Sanabria, rosso (dopo l’on field review) per fallo da ultimo uomo e punizione. Calcia Rodriguez, mischia in area e Pobega si avventa sul pallone: gol. Da lì inizia una partita in salita per l’Hellas, che comunque non molla e tiene bene: il Toro crea poco. Ne viene fuori un match combattuto, con tanta intensità ma senza grossi sussulti nella fase centrale: nel finale il Verona ha le palle per il pareggio. Juric batte il Verona e lo scavalca in classifica, ma la formazione di Tudor esce a testa alta.
Chiude la serata e la 18a di campionato il duello di S.Siro, tra Milan e Napoli, e sono gli uomini di Spalletti a sbancare, portando a casa un 1-0 che vale la speranza di restare in lotta, almeno per le 3 prime posizioni. Decisiva la rete in apertura di Elmas e determinante la decisione di Massa al 90′, che ha annullato dopo l’on field review, la rete del pareggio di Kessié. Enormi dubbi sulla decisione, visto che é stato considerato fuorigioco attivo quello di Giroud, sdraiato a terra dopo un contrasto aereo con Juan Jesus. In generale buona prova della squadra campana, che pur ampiamente rimaneggiata, ha giocato un bel primo tempo e ha gestito con efficacia il vantaggio. Azzurri che agganciano il Milan al secondo posto, a meno quattro dall’Inter, da oggi ufficialmente campione d’inverno.
Ed è tutto per questo turno prenatalizio, precedente l’ultima giornata del girone di andata che coincide con l’inizio della sosta del campionato. La 19a sarà infrasettimanale e prenderà il via martedì 21 Dicembre con 3 anticipi: Udinese-Salernitana, Genoa-Atalanta e Juventus-Cagliari. Buon lunedì a tutti i lettori e arrivederci.