Vincenzo Salemme porta in scena il pamphlet “Napoletano? E famme ‘na pizza!”, tratto dal suo libro (pubblicato a marzo 2020 per Baldini + Castoldi). Il teatro e il cinema sono la seconda pelle di Salemme. Oltre 28 spettacoli e 45 film (di cui 12 in qualità di regista e sceneggiatore) in quarantacinque anni di carriera. Nell’estate dello scorso anno, l’anteprima del tour era stata per l’artista un primo passo per dare una risposta sul palco alla grave crisi determinata dall’emergenza COVID-19. Una testimonianza concreta “a favore” dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo.
La carriera di Salemme è costellata da grandi successi che gli sono valsi l’assegnazione del Premio alla Carriera (al BCT – Festival Nazionale del Cinema e della Televisione di Benevento). L’arte, il garbo e l’ironia sono gli elementi distintivi della sua arte: dagli esordi come attore con un’intensissima vita teatrale partita nel ‘78 con il Maestro Eduardo De Filippo fino ad arrivare ai nostri giorni, campione di incassi a teatro (l’ultima commedia “Con tutto il cuore”, interrotta a causa del Covid 19 è stata vista da 150mila spettatori con un incasso di 5milioni di euro) e al cinema (dal debutto con Nanni Moretti nel 1981 ai suoi film più recenti). In televisione ha portato le sue commedie in diretta tv su Rai2 come fossero uno show televisivo. Oltre a Napoletano? E famme ‘na pizza!, dal dono della scrittura, è nato anche il libro dal titolo La bomba di Maradona (Baldini + Castoldi, nel 2018).
LO SPETTACOLO – IL RACCONTO DI VINCENZO SALEMME
Napoletano? E famme ‘na pizza! è uno spettacolo che nasce dal mio libro uscito con lo stesso titolo agli inizi di marzo. Titolo che fa riferimento ad una battuta di una mia commedia teatrale, “e fuori nevica”, nella quale uno dei personaggi chiede al fratello di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza. E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, deve saper cantare, deve essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, tifare Napoli, amare il ragù di mammà… e via così con gli stereotipi che rischiano di rendergli la vita più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente. Ma io che sono nato in provincia, a 30 km da Napoli, posso dichiararmi napoletano doc? Io che da bambino avevo paura di Napoli perché il proverbio diceva: “Vedi Napoli e poi muori!”, io che per recitare il teatro napoletano ho dovuto imparare a nascondere l’accento del mio paese, Bacoli, io che ho una casa a Roma, posso dichiararmi napoletano a tutto tondo? Questa è la domanda che ha ispirato lo spettacolo. “Napoletano? ‘E famme ‘na pizza!” mi sembra anche il modo migliore per riassaporare l’atmosfera delle sale teatrali perché all’interno della rappresentazione ci sono alcuni dei pezzi più divertenti delle mie ultime commedie. È un omaggio a tutti gli spettatori che mi hanno seguito nei decenni e che, spero, vogliano seguitare a farlo. È un modo per tornare a ridere ed emozionarsi tutti insieme con lo stesso sentimento di speranza nel futuro.
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.