Il Comune di Milano vuole chiudere o al massimo trasferire la scuola media comunale di Via Vivaio. Si tratta della famosa scuola che nacque 45 anni fa all’interno dell’Istituto dei Ciechi, un vero modello di integrazione ante litteram di studenti con qualche forma di disabilità, una eccellenza educativa per la sua attenzione particolare verso le materie musicali nel programma di studi.
Una scuola pubblica ma non statale bensì comunale, nata all’interno di quel magnifico esempio di filantropia che è dal 1840 l’Istituto dei Ciechi: una istituzione nata grazie alla generosità di famiglie milanesi che vollero farsi carico due secoli fa delle esigenze assistenziali ed educative di chi era condannato a vivere una grave menomazione.
Con grande lungimiranza, negli anni 70 il Comune si era fatto carico della gestione della scuola media, in cui convivevano studenti con disabilità e non, mentre l’Istituto dei Ciechi, oggi fondazione, ha continuato a fornire insostituibili servizi di assistenza, formazione e residenzialità a 450 persone con varie forme e livelli di disabilità. Insomma un esempio di solidarietà ambrosiana, efficiente e concreta, di cui Milano dovrebbe essere orgogliosa.
Arriva il 2022 e la ViceSindaca Scavuzzo, Assessore all’Educazione, assieme al suo collega Assessore al Bilancio Emanuel Conte, manifesta l’impossibilità di rinnovare il contratto di affitto che il Comune aveva stipulato con l’Istituto dei Ciechi per l’affitto delle aule e dei laboratori. Il Comune non può permettersi di pagare certi affitti, dicono gli esponenti della Giunta Sala, cercheremo di spostare la scuola altrove dal prossimo anno scolastico, come se gli alunni fossero dei pacchetti, le loro famiglie dei numeri e l’eccellenza di questa scuola un orpello di cui disfarsi; peraltro chiunque si intende di scuola e di pubblica amministrazione sa che soluzioni del genere non si improvvisano in qualche mese.
Quello che più colpisce è la scarsa considerazione per la funzione sociale della Scuola che filtra dai ragionamenti dell’amministrazione che pure, nei proclami, dovrebbe dare la priorità a scuola e eliminazione di ogni forma di discriminazione per i disabili. Infatti il Comune si vanta di fare avanzi di amministrazione milionari ma poi vuole lesinare 600.000 euro di affitto che tra l’altro vanno a un ente che non fa profitti ma li riutilizza per servizi ai bisognosi. Ed è lo stesso Comune che ha concesso gratuitamente edifici centralissimi un tempo adibiti a scuole alla Casa delle Donne o ad Emergency, i quali poi li usano anche per funzioni ricreative e commerciali. E gli Assessori che vogliono ridurre i fitti passivi sono quelli che non riscuotono i canoni di locazione di immobili occupati da Centri sociali o che pagano senza batter ciglio affitti faraonici per sedi di rappresentanza a Roma e Bruxelles.
Si spera che l’indignazione del mondo della disabilità e della cultura fermino la chiusura della scuola comunale di Via Vivaio. Ricordiamo peraltro che dal 2011 sono state chiuse varie scuole medie comunali come la San Giusto o la Manzoni. Sembra quasi che la sinistra di oggi consideri un fardello le scuole civiche fiore all’occhiello delle amministrazioni socialiste di un tempo. E in effetti allora la sinistra praticava un riformismo concreto e dava priorità a rafforzare l’istruzione, la casa e l’assistenza per i lavoratori. Oggi si fa una abbuffata di parole fumose e inglesi come green, gender, welfare, disability manager etc senza però dare risposte concrete ai bisogni delle famiglie: meglio risparmiare sull’affitto che fare solidarietà e istruzione.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Caro Fabrizio, …che sia il cosidetto “nuovo socialismo” che va cercando il Sindaco?
Analogo comportamento è stato tenuto nei confronti della scuola Montessori di via Milazzo, che dovrà lasciare lo storico edificio che occupa da cinquanta anni, mentre di fianco vi sono i locali di edificio che in passato è stato una scuola e che ora solo parzialmente sono occupati da associazioni…
Che dire? Non ho parole. Purtroppo i milanesi che hanno votato Sala e la sua cricca non hanno la benché minima idea di quali siano le proposte di questa maggioranza.
Hanno una visione? Un obiettivo chiaro?
Per ora l’unico obiettivo evidente è quello di fare cose contro i cittadini.