L’aggressione della notte di capodanno con 5 ragazze derubate e molestate ad opera di un branco di ragazzi nordafricani, che poi hanno proseguito indisturbati i festeggiamenti, ha varcato i confini della cronaca di Milano.
La violenza alle ragazze non è solo una offesa alla Milano civile e alla dignità delle donne. È anche un danno alla immagine di Milano, considerando che 2 ragazze erano turiste tedesche e che stiamo parlando della piazza simbolo della città, del suo maggior monumento cristiano: una zona dove i dispositivi di sicurezza dovrebbero essere al massimo h 24 , per usare le parole dell’Assessore alla Sicurezza Marco Granelli. Quest’ultimo dovrebbe dimettersi perché, forse rintronato dai botti che hanno impazzato a Milano nonostante la sua ordinanza, ha scritto tutto tronfio che andava tutto bene! In pratica non solo non ha fatto nulla per la sicurezza, ma nemmeno si è accorto della ignobile violenza.
Per la verità i milanesi che conoscono la zona sanno che il triangolo tra i portici est del Duomo, il Palmeto tanto caro alla sinistra e la Piazza Mercanti, è da evitare.
Da anni persino i partigiani dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani) lamentano la presenza di bande di ragazzi dediti a risse, aggressioni e vandalismi vari che spadroneggiano nell’area.
Per Sala e il PD però chiunque segnala degrado e insicurezza fa solo speculazione. L’allora Assessore alla Cultura Filippo Del Corno dichiarò in Commissione che il Monumento alla Resistenza, oramai adibito a bivacco, necessitava solo di mediatori culturali che illustrassero la storia dei partigiani alle babygang: immaginiamo l’interesse!
Episodi del genere accadono solo se vi è la assoluta certezza di impunità, se da anni puoi spadroneggiare nella assoluta mancanza di controlli e sanzioni.
Ad esempio quando furono piantate le palme un balordo tentò di appiccare fuoco e, nonostante la strategicità del luogo, non fu mai identificato l’autore perché in Piazza Duomo non c’è sufficiente illuminazione e le telecamere non funzionano..
Insomma le politiche tutto marketing e zero governo di Beppe Sala mostrano alla lunga i loro limiti: si mettono le palme per stupire, ma non si mantiene il decoro e la monumentalità del luogo oramai dominato da musicanti, clochard e baby gang.
Stessa solfa per le pari opportunità. Se vogliamo consentire alle donne di poter uscire e godersi Milano in libertà e serenità non serve a nulla la retorica di operazioni di facciata come coniare il termine “Assessora ” o mettere le panchine rosa.
Occorre invece maggior presidio nei luoghi pubblici e nel trasporto pubblico. Bisogna avere l’onestà intellettuale di ammettere che le seconde generazioni degli immigrati possono innescare miscele esplosive e combattere le babygang e lo spaccio che ne è la origine. E naturalmente illuminare e monitorare meglio le piazze e ascoltare le segnalazioni di cittadini e comitati.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Adesso, immaginiamoci se questa aggressione l’avessero organizzata dei ragazzotti simpatizzanti di destra o della lega. Come avrebbero reagito le puttanazze giornalaie e televisive radical chic? Come avrebbero ululato forte il caro Salah con i suoi 40 assessorini? Come si sarebbero subito incaricati di interrogazioni urgenti al parlamento europeo, all’ONU ed alla corte dei diritti dell’uomo, i cari deputati del PD?