Evviva la retorica e la mancanza di pragmatismo. Sala parla della Sicurezza a Milano e sembra catapultato lì per caso, teorizzando, proponendo visioni di disagio causa la pandemia quasi che le violenze del famoso Capodanno non fossero che il punto terminale, per ora, di un progressivo degrado umano. Nessun riferimento all’immigrazione clandestina, ai loro rituali macabri, al suo permissivismo colpevole.
Ha detto “Quando si parla di sicurezza, in particolare della città, bisogna forse ricordare a tutti noi che non è un tema di destra o sinistra, è profondamente sbagliato issare la bandiera della sicurezza come se fosse un’esclusiva politica, una ricerca di formule magiche o la rivelazione di verità senza se e senza ma. Ci si può provare, è legittimo, come un po’ è stato fatto in campagna elettorale, ma il voto ha dimostrato che non è particolarmente efficace dal punto di vista elettorale perché la sicurezza non è un’opzione di tipo politico, ma di fatto si riflette nelle condizioni in cui i cittadini si sentono, si percepiscono nello sviluppo delle proprie vite. Non si può essere pro o contro la sicurezza né pretendere che sia un tema che si può risolvere una volta per tutte”
I cittadini però percepiscono la realtà che Sala ha sempre negato.
E dulcis in fundo una richiesta di collaborazione che è, alla luce del suo governo assolutista, una presa in giro. “Dobbiamo lavorare intensamente a tutti i livelli, facendo in modo che la convivenza con il virus non rimanga un auspicio, ma sia una linea di principio applicata a salvaguardare anche lo stato di salute psichica e mentale di un’intera generazione. Noi siamo a disposizione, auspicando che su questo ci sia un livello di collaborazione tra tutte le forze politiche”.
(Questi i commenti dei consiglieri di minoranza)
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano