Sala non ha capito la differenza tra Milano e Calvignasco

Milano

Si trovano entrambi nel bacino Padano, uno dei più inquinati in Europa. Entrambi sono Lombardi. Tutti e due contribuiscono all’inquinamento della zona. Eppure, Calvignasco, comune più piccolo del Milanese, non risulta abbia reso impraticabili alle macchine le proprie strade. Non ha nemmeno raddoppiato il costo dei mezzi pubblici. E, cosa ancor più grave, non ha alcuna area B, C o di qualsiasi altra lettera dell’alfabeto. Latino OPPURE Greco. È questa la sconvolgente rivelazione fatta dal Supremo Sindaco Sala (incidentalmente presiede pure la Città Metropolitana che include anche Calvignano, il villaggio di Asterix degli automobilisti lombardi). Ieri in un convegno sull’Ambiente in Lombardia.

“È chiaro che l’inquinamento non ha un confine amministrativo ma la Pianura padana, uno straordinario territorio dal punto di vista storico, è una pianura con poco vento, per cui bisogna trovare delle formule con cui ci si metta un po’ più d’accordo sulle misure antismog” dice Beppe. “È assurdo che Milano faccia delle cose che il Comune vicino invece non fa – continua Sala –. Bisogna trovare qualche formula ancora più incisiva per muoverci unitariamente su questo fronte. Questo è il momento di trasmettere ai cittadini che su questo siamo allineati”.

Da qui lo spinoso caso di Calvignasco. I ribelli si rifiutano di sottomettersi al verbo Green del capoluogo? Ebbene vi siano costretti. Perché se Milano fa qualcosa, qualsiasi cosa, che abbia o meno senso, il resto del mondo si deve piegare. E non perché sia Milano, che c’entra. E’ che lo dice Beppe. Questa è la verità. E chi vi si oppone è un oscurantista. Anzi, dirà di più, potrebbe essere sospetto di sostenere Calvignasco, niente meno!

Per questo, con sorpresa, sono state recepite le parole dell’assessore all’ambiente Cattaneo:

Un conto è costruire una politica” di misure anti smog “a livello del bacino padano che ha tante affinità, un altro conto è considerare le differenze che ci sono tra una città fortemente urbanizzata come Milano e il resto dei Comuni della Lombardia”. Non solo. “Dal punto di vista degli inquinanti da tenere sotto controllo, la situazione è diversa. Mediamente in Lombardia la principale fonte inquinante è il riscaldamento, a Milano è il traffico. Quando si scende nel particolare, bisogna a volte declinare delle politiche con modalità che tengono conto di queste specificità, non è semplice omogeneizzare per tutti”.

Il punto sollevato è ovviamente convincente, ma insufficiente a scalfire le granitiche certezza dei Verdi da Sal(otto): Calvignasco può tenere i riscaldamenti accesi a Ferragosto, se ritiene. Ma usciti dall’uscio, a piedi deve andare. E possibilmente in direzione opposta al Capoluogo. Il progetto “Città Proibita” deve procedere svelto. Per quanto svelta possa andare la gente a piedi. E se i Milanesi dovesse sapere che a Calvignasco qualcuno ha ancora il motore a scoppio potrebbe sentirsi, così, vagamente, presa per i fondelli. E sarebbe anche ora…

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