Il pietismo peloso, la bandiera grondante di ipocrisia, le marce urlanti per difendere i diritti delle donne, appartengono al femminismo di sinistra, ad un cuore di convenienza e opportunismo. Nella sostanza difendono il genere femminile con una battaglia lessicale di cui non si sentiva il bisogno. Succede nel Municipio 5: “De Bellis ha proposto una «panchina blu» come segno di «solidarietà» nei confronti delle donne afghane, «nei cui confronti – contesta – il Comune non ha mai speso una parola». «Io – spiega il giovane leghista – non dimentico le donne afghane che ogni giorno lottano e muoiono per i propri diritti. Sono orgoglioso di essere stato il primo a proporre a Milano un simbolo di solidarietà nei loro confronti. La grave condizione in cui vivono è frutto di un radicato estremismo islamico», riferisce Il Giornale. E la sinistra, in primis le donne non hanno firmato la mozione. Riprende De Bellis “La mozione che ho presentato in Municipio è stata firmata solo da esponenti dell’opposizione (Lega, Forza Italia e FdI) e il centrosinistra si è rifiutato. La sinistra che si mobilità, fa manifestazioni, appende foto su Palazzo Marino, dimentica totalmente le ragazze afghane».
E il perché è inspiegabile, è inammissibile, manifestazione chiara della loro insensibilità, forse si può spiegare con quel diktat non scritto, ma applicato: “Non ammettere errori nel mondo musulmano” Passa quindi in secondo piano la repressione, lo stato di schiavitù delle donne afgane? Che miseria umana..

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano