Il Comune si smentisce: ok alla preghiera islamica in via Novara.

Milano

Il Consiglio respinge la mozione che esclude la collocazione della preghiera nel parcheggio.

Palazzo Marino vuole la preghiera islamica in via Novara e contraddice il suo voto di 3 anni fa. Non sarà un luogo di culto permanente, con tanto di minareto, quello era stato escluso (appunto) nel gennaio 2018, quando il Consiglio aveva raggiunto un accordo per stralciare l’area da quelle da mettere a bando per ospitare luoghi di culto religioso. Quella previsione non c’è più ma ora Palazzo Marino pensa di collocare proprio in quell’area una struttura «provvisoria», come provvisoria – da quasi 15 anni – era la sistemazione del Palasharp. Era il 22 luglio 2008 quando si disse: «Per cinque venerdì, a partire dal prossimo, la preghiera dei musulmani di Milano si svolgerà al Palasharp». I venerdì sono stati un po’ più di cinque, ma adesso questa sistemazione presto non sarà più praticabile: l’area della tensostruttura presto servirà alle Olimpiadi, e la preghiera del venerdì dev’essere spostata.

Ecco la decisione. Una decisione formalmente contestata dal Municipio più volte, non solo adesso ma anche nello scorso mandato, quando presidente era Marco Bestetti di Forza Italia. Ora Bestetti, da consigliere comunale, ha presentato una mozione per dire «no» alla collocazione nel parcheggio Trenno, ma la sinistra due giorni fa l’ha respinta. «Questo voto sconfessa quello di tre anni fa – commenta Bestetti – piega il Consiglio alla volontà della giunta, mentre dovrebbe essere il contrario, e calpesta anche la volontà del Municipio e del quartiere». «Ma – prosegue Bestetti – questa idea ignora anche la volontà della comunità islamica, che nell’area di via Novara non vuole andare, reputandola inidonea. L’unica che la considera idonea, praticamente, è la vicesindaco Anna Scavuzzo.

La mozione di Bestetti era controfirmata da Matteo Forte di «Milano Popolare», che col suo ostruzionismo era stato artefice dell’accordo sullo stralcio nel 2019. E Forte due giorni fa ha presentato anche un ordine del giorno su un altro aspetto del «piano moschee»: il bando con cui il Comune intende cedere le restanti due aree, quelle delle vie Esterle e Marignano. «La mozione su via Novara era la pars destruens – spiega – e bocciandola la sinistra fa rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta. Questo ordine del giorno sui bandi è la part costruens. Il bando non è lo strumento ideale ma ho chiesto di ragionare sui criteri». Il documento chiede che non possano partecipare al bando le associazioni citate nei rapporti di sicurezza dell’Italia o di Paesi alleati (nei report tedeschi ce ne sono due, fra quelle di Milano) e prevede che possano farlo le sigle che hanno firmato al Viminale il patto per l’islam italiano del 2017, che prevede la formazione degli imam. «Il Comune – – spiega Forte – non deve controllare come case di vetro i luoghi di culto come ha detto Daniele Nahum del Pd. No, noi dobbiamo ragionare sugli interlocutori, io voglio che ragioniamo a monte su chi selezionare e voglio che ci garantisca».

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