Ma di che vogliamo parlare? Di Milano naturalmente e del grande circo moda, da non sottovalutare naturalmente, di sfilate lussuose per pochi, di luci e di colori nel mondo dell’apparenza. E, suona un po’ stonata la grande copertura dei media e delle riviste patinate dedicate agli eventi. Ma porta soldi e commercio e forse è giusto così, ma le descrizioni insistite sulla scollatura della Ferragni, l’arrivo massiccio dei cantanti sanremesi gratificati dalle varie Maison, la dicono lunga sul loro impegno di partecipazione sociale e le loro ambizioni. Vedasi Mahmood che da rapper del disagio giovanile a Gratosoglio, trionfa alle sfilate di Prada. Eppure c’è una guerra in atto e molto più vicino a noi, i giostrai vanno in piazza, la movida racconta violenza, le strade sono insicure, l’incertezza economica per il mancato export in Russia e Ucraina è denunciato a chiare lettere, i cantieri fermi in tutta la città dimostrano l’inefficienza dell’amministrazione e i disagi diffusi vorrebbero un momento di riflessione.
Mahmood da Prada, Elodie da Versace, Emma da Ethos ecc. a sbandierare abiti stilosissimi. Sarà anche una promozione di se stessi unica e produttiva a livello di consenso, ma che la stampa enfatizzi ripetutamente la loro presenza, mi sembra raccapricciante.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano