La voce di un pianoforte là, davanti al Consolato ucraino, a Milano, lancia il suo grido di pace, ma risponde la tragedia di una guerra che è massacro di civili e di bambini. Le campane delle chiese scuotono la popolazione, “subito, fate presto, correte ai rifugi”, e missili, bombe, distruzione. Non c’è tempo, non c’è volontà per ascoltare…Il pianista è solo, batte con forza i tasti che vogliono con forza un miracolo e parla per tutti noi, perché oggi siamo tutti ucraini, oggi cantiamo con una sola voce
“Immaginate che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire
Ed anche alcuna religione
Immaginate tutta la gente
Che vive la vita in pace”
Le campane annunciano dolore, diventano avvisi di morte. L’orgoglio di un popolo invaso, bombardato, combatte nelle strade, nelle città, con pochi mezzi contro la follia insensata di un despota. Il tempo è resistenza, sangue, sfida.
Eppure quel flebile canto è anima, giustizia, speranza
“Si potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità.”
(Ieri mattina il pianista e compositore Davide Locatelli ha improvvisato un’esibizione al piano davanti al Consolato Generale d’Ucraina a Milano interpretando “IMAGINE”, l’iconico brano di John Lennon diventato inno universale di pace, per lanciare un messaggio contro ogni forma di guerra ed esprimere attraverso la musica la propria solidarietà al popolo ucraino).
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano