E adesso che i ricchi turisti russi per le note vicende non ci sono e i turisti americani pensano al Covid e alle difficoltà del green pass, chi va in centro a prendere un caffè con i prezzi alle stelle? Eppure la fruibilità di tutta la città dovrebbe essere di tutti, pur scegliendo secondo le proprie tasche. In un reportage una giornalista di Libero ha fatto una passeggiata verificando i costi nelle Caffetterie ed ecco i numeri.
“7 euro la cioccolata al banco, per acqua e coca 14 euro, 10 euro due palline di gelato. A Milano per sorseggiare un aperitivo alla modica cifra -si fa per dire -di 20 euro non serve accomodarsi in una delle esclusive terrazze della citta, con lounge bar e vista sulla Cattedrale. Basta, se mai, percorrere la lunga passeggiata che collega piazza del Duomo a Piazza San Babila e sedersi al tavolo di uno dei bar di Corso Vittorio Emanuele II per strabuzzare gli occhi alla vista della ricevuta. Che la posizione centralissima si paghi, non e una novità. Che Milano sia cara, neppure.
Non è chiaro, però, fino a che punto il conto salato, anzi salatissimo, che una lista sostanziosa di locali del centro storico propina ai clienti sia giustificabile dal prestigio della zona.”
E gli impiegati, le commesse degli uffici e dei negozi che facevano la pausa pranzo facendo i conti con uno stipendio oggi immutato, non so, andranno in periferia a mangiare. E non è per fare del moralismo a buon mercato, ma per constatare che la città è sempre più cara, che il Centro è sempre più inaccessibile per un comune mortale. Aspettando i turisti..