Il quartiere San Siro sprofonda ormai in un degrado difficile da controllare.
Nelle case Aler la Regione promette sette custodi sociali per riaprire le portinerie dei caseggiati più critici di San Siro, da via Zamagna a via Tracia. Un centro di aiuto in piazzale Selinunte con servizi sanitari, lo sportello d’ascolto per le donne vittime di violenza e ragazzi «sentinella» che cercano di recuperare il rapporto con gli inquilini. E ancora 28 milioni stanziati (grazie al Pnrr e al Cipe) per ristrutturare immobili che cadono a pezzi. Un primo passo indispensabile per rigenerare un quartiere allo sbando.
Il reportage del Corriere fornisce i dati preoccupanti “Due affittuari Aler su dieci sono disabili, altri quattro anziani soli. Se alla fotografia si aggiungono gli abusivi, emergono altre potenziali criticità. Sei residenti su dieci sono di origine straniera e due su dieci hanno meno di 20 anni. La fascia rimasta scoperta, in particolare, è quella degli adolescenti che le associazioni e l’oratorio, attivissimi con i bambini e le famiglie, in tutto questo tempo non sono riusciti ad agganciare. Molti non studiano e non lavorano, hanno i genitori che rincasano tardi la sera, si sentono italiani ma non hanno la cittadinanza. Vivono la loro quotidianità ai limiti del legale in casermoni dove nessun esterno è benvenuto e la rabbia contro istituzioni, forze dell’ordine e coetanei di quartieri diversi è a livelli esplosivi. Spesso poi si aggiunge una difficile convivenza con gruppi di spacciatori nei cortili che non vedono di buon occhio la loro esuberanza perché attira l’attenzione della forza pubblica.”
Criticità di non facile soluzione, dopo l’abbandono dell’area da 15 anni.
Anna Ferrari
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