Nel 2012, nel 2017, nel 2019, nel 2021 e infine 2022: sono le date in cui la statua di Indro Montanelli è stata imbrattata con vernice nel segno di un profondo disprezzo. Un ripetersi di gesti inspiegabili, uno sfregio immeritato al sommo giornalista, operato da sedicenti moralisti del costume, senza rispettare la statura dello scrittore e del giornalista. Un accanimento che non trova spazio nella razionalità. Quest’ultima volta lo sfregio porta la firma “Studenti tsunami”, con lo spray nero, mentre su un altro lato è comparso un segno verticale verde fluorescente.
Enrico Pluda, il presidente di “Agiamo”, mi ha assicurato che una prima pulitura è già stata fatta e oggi verrà completata, ma aveva segnalato a Repubblica che le vernici vandaliche continuano a comparire un po’ dappertutto: ai Giardini Montanelli sono imbrattate bacheche, mappe, cartelli segnaletici, cestini, panchine, e perfino tronchi e rami di platani secolari: “Gli scarabocchi vandalici tra simboli, disegni e scritte spray sono un continuo all’ordine del giorno nei giardini e tutto intorno”. Un malcostume già descritto in occasione dell’imbrattamento della casa del Manzoni da questa testata.
In una città in cui manca il senso estetico per un arredo urbano dignitoso, la manutenzione è quasi inesistente, il culto per la storia è dimenticato, il degrado ambientale una costante, sopravvivono e si alimentano i cosiddetti writers dell’orrido con simbologie altrettanto orride.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano