Un canto di libertà e di speranza. “Va pensiero..” e il coro dell’Opera di Odessa, nella piazza della città, tra le case, con voce alta e sicura, canta.
“Oh mia patria sì bella e perduta..” e la commozione è anche lacrime, mentre sventola la bandiera Ucraina.
La Musica, quella Musica che trascende il tempo, i luoghi, lo spazio e si fa universale nei sentimenti, nell’anima. Un’esecuzione di sfida, dopo una a sirena, all’aperto, senza paura. Sì. È permesso piangere di commozione e alzare il cappello con rispetto.
“Va Pensiero..”, la struggente invocazione che da sempre ha sognato la libertà dall’oppressione.
Diceva Sigmund Freud:
“Lo Stato in guerra si permette tutte le ingiustizie, tutte le violenze, la più piccola delle quali basterebbe a disonorare l’individuo. Esso ha fatto ricorso, nei confronti del nemico, non solo a quel tanto di astuzia permessa, ma anche alla menzogna cosciente e voluta, e questo in una misura che va al di là di tutto ciò che si era visto nelle guerre precedenti. Lo Stato impone ai cittadini il massimo di obbedienza e di sacrificio, ma li tratta da sottomessi, nascondendo loro la verità e sottomettendo tutte le comunicazioni e tutti i modi di espressione delle opinioni ad una censura che rende la gente, già intellettualmente depressa, incapace di resistere ad una situazione sfavorevole o ad una cattiva notizia.”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano