E’ ancora emergenza ascensori in MM

Milano

La vita è fatta a scale. Per fortuna, verrebbe da dire vista la condizione degli ascensori di MM. Altrimenti la gente non potrebbe proprio uscire di casa. Facciamo una rapida carrellata degli ultimi mesi.

Mercoledì scorso si ferma l’ascensore del 77 Scala C di via Rizzoli. Preavviso molto breve, affisso solo in un punto, inquilini costretti a disdire visite e impegni. L’età media non è proprio bassissima. Dieci giorni di lavori. Come sempre la programmazione è praticamente assente. Per fortuna, almeno in questo caso, nessuno è rimasto dentro. Di sicuro il tipo di manutenzione-straordinaria-evidenzia il problema usuale: si attende la rottura del pezzo o la non rinviabilità del problema per metterci mano. Con costi più alti.

Ma se in via Rizzoli il problema c’è e si sente, rogne decisamente più grosse ci sono altrove. Ce ne parla Franco Vassallo, già consigliere delegato alla casa in municipio 7:

“In via Martinelli al 55/B il 10 marzo l’ascensore ha smesso di funzionare. È il tipico caso di disservizio di MM: se gli inquilini provano a chiamare, dopo un flipper di rimbalzi, ottengono un numero di pratica e tanti cari auguri. Ma di certo non una soluzione e nemmeno una tempistica per la risoluzione dei problemi. Chiamare la ditta porta allo stesso risultato, ma con meno rimbalzi. E, va detto, la ditta colpe ne ha ben poche. MM doveva essere la soluzione vincente nella gestione delle case, si sta dimostrando addirittura peggio di Aler. Cosa non facile, ma in cui si sono tutti impegnati molto.

Un esempio lampante è via Rossellini 4. Là ci sono un ascensore e un montacarichi fermi da quindici mesi. Con gli anziani ormai ridotti alla disperazione, visto che per qualsiasi cosa devono affidarsi alla solidarietà esterna. Per non parlare poi dei disabili, a cui il montacarichi serviva per ovvie ragioni. Quindici mesi sono un tempo ottimo per il Parmigiano, ma un disastro logistico per il Comune. Che, ancora una volta, dimostra di non avere particolarmente a cuore le periferie. Almeno quando non ci può fare colazione a favore di fotografi.”

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