Apprendiamo dai giornali, incluso il nostro, che il Comune di Milano si è messo a inscatolare l’acqua che servirà alla Protezione civile e in futuro alle scuole. Per avviare questo servizio è stato inaugurata a Baggio un impianto che produrrà cartoni pieni del prezioso (si fa per dire) liquido. Si tratta di una produzione imponente e ciò ci rallegra. La cosa che invece ci lascia perplessi è la scritta pubblicitaria sulle confezioni. Questa: L’acqua del sindaco. Ovvero, nel caso specifico, di Beppe Sala, il quale, lo sappiamo da tempo, si sente onnipotente ma non pensavamo arrivasse al punto di considerarsi proprietario dell’acqua della città, ossia dei milanesi, visto che Milano non è di chi la amministra bensì degli amministrati.
Dire che si tratta dell’acqua del sindaco è una forzatura se non addirittura una sorta di appropriazione indebita. il liquido basilare per la sopravvivenza degli umani è paragonabile all’aria, che mi pare non abbia un padrone in grado di affermare che essa sia roba personale. Evidentemente Sala si sente il Re della metropoli lombarda e quindi autorizzato a sostenere che l’acqua è sua, non dei cittadini. Sulla cosa si potrebbe sorvolare, è nota a tutti che il sindaco si sente un padreterno solo perché, essendo un ciclista, è convinto che tutti noi dobbiamo solo pedalare senza rompergli le scatole se riempie le strade di piste riservate ai ciclisti. Però troviamo singolare che egli si faccia pubblicità spacciando le scatole piene di liquido vitale come un dono del sindaco, quando invece le spese per tutto questo ambaradan sono a carico nostro. Pertanto le fatture relative all’inscatolamento dell’acqua a questo punto se le paghi Sala coi propri soldi e non con i nostri.
Vittorio Feltri (Libero)
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