Mentre si riparla di chiusura di Buenos Aires, la Giunta ventila anche la chiusura al traffico di Via Melchiorre Gioia, nei fine settimana.
È una ipotesi per connettere il giardino della “biblioteca degli alberi “con il verde dall’altra parte di Via Gioia, lato Pirellino e palazzo ex Telecom, dichiara l’Assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi.
Non sappiamo quanto concreta e imminente sia questa ennesima ideona, ma spiega bene la filosofia di Sala & Co.
Per sognare qualcosa di bello, per farsi piacere i grattacieli, per giustificare l’intervento dei privati nel verde, che peraltro curano quei Giardini molto meglio del Comune, bisogna dare in pasto agli allocchi talebani del green qualcosa.
Ecco allora l’idea di chiudere Melchiorre Gioia durante i fine settimana, con la conseguenza di murare la città tra nord e centro e convogliare su Farini, sulle viuzze dell’Isola o attorno a Piazza Repubblica tutta la mobilità auto e moto che volenti o nolenti esiste, anche nei weekend.
Cioè in un’area di Milano dove l’architettura ha mostrato tutta la sua creatività e progettualità si vuole requisire una striscia di asfalto, su cui bambini e adulti non sosteranno mai, per unire 2 giardini. Certamente ci sono soluzioni architettoniche più intelligenti (ad es. le passerelle) che non creano disagi, congestione e smog, eliminando le grandi arterie: quelle strade che servono a rendere fluido il traffico e ad evitare che renda invivibile vie piccole e zone residenziali.
Solo chiudere alle auto e spostare di qualche centinaio di metri la circolazione eccita le anime belle dell’ambientalismo milanese. A loro poco importa di trasformare in parchi zone degradate, di realizzare architetture d’eccellenza e bioedilizia, di far funzionare meglio il trasporto pubblico, di dare a tutti l’opportunità di muoversi e di creare lavoro e benessere. No, bisogna combattere ideologicamente e simbolicamente la crociata antiauto. E così si perde di vista la qualità della vita e dello stesso ambiente.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Questi stronzi maledetti stanno attuando l’immobilizzazione automibilistica dei cittadini milanesi chiudendo strade e piazze. Ci stanno ”rieducando” con l’ideologia radicalgreen un po’ alla volta, fino a quando diranno ‘be, sai che c’è? Dato che i milanesi non utilizzano più l’auto allora vuol dire che non gli serve’. E ne proibiranno l’utilizzo totale in città, ma anche fuori città. Perchè se vuoi andare da casa tua al mare o in montagna con l’automobile, dovrai lasciarla parcheggiata fuori dai limiti comunali e raggiungerla con il canotto o gli sci sulla testa…