Forse può sembrare ripetitivo parlare ancora dell’inscatolamento dell’acqua del rubinetto voluto da Sala, ma la lettera del Comitato Milanese Acqua Pubblica dimostra quanto e perché l’iniziativa sia assurda.
Al Sindaco
Giuseppe Sala
Alla assessora all’ambiente (con delega all’acqua)
Elena Grandi
Abbiamo letto con stupore la notizia che la nostra città avrà a disposizione preziosa acqua potabile, acqua del rubinetto, confezionata in brick.
La Giornata mondiale dell’acqua si meritava questo da Milano? Ne avevamo bisogno? Noi siamo fortunati, a differenza di altre popolazioni sul pianeta, abbiamo i rubinetti in casa, le fontanelle e le case dell’acqua per le strade, i boccioni che contengono molti litri ognuno nelle scuole, nelle università, negli ospedali, negli uffici pubblici…
Erano necessari i brick? Cosa utile sarebbe invece implementare quei canali di distribuzione.
Altra domanda che ci facciamo: cosa significa che si tratta di contenitori prodotti in modo ecosostenibile e riciclabili? Ci sono comunque emissioni di CO2 e altri inquinanti per produrli e poi smaltirli. E poi c’è il trasporto, la distribuzione…avete calcolato quanto danno all’ambiente per una cosa inutile? Anche il riciclo presenta grossi limiti, è importante ma non esaurisce i problemi di smaltimento: la soluzione ecologica è produrre di meno a partire dagli imballaggi, e soprattutto non produrre cose superflue. In questo caso stiamo andando proprio in senso contrario, non sembrano contare i bisogni reali delle persone, tutto diventa occasione di marketing.
Il 28 febbraio scorso è stata approvata in Consiglio Comunale di Milano, come già in quasi tutte le grandi città d’Italia, la mozione che chiede se non lo stralcio almeno la riformulazione dell’art 6 del DDL Concorrenza perché, se approvato dal Parlamento nella formulazione attuale, oltre a togliere ogni sovranità ai Comuni nella gestione dei servizi pubblici locali, darebbe una spinta irresistibile alla privatizzazione. Questo, in particolare per l’acqua, significa mettere sul mercato un bene comune indispensabile alla vita: questa operazione di inscatolamento dell’acqua di rubinetto non è coerente con quel voto ed evoca proprio l’idea che tutto è merce.
In conclusione, crediamo che compito della pubblica amministrazione sia investire per informare che l’acqua pubblica della nostra città è buona, controllata e sicura e per educare i cittadini a bere quindi l’acqua del rubinetto con proprio vantaggio economico e, cosa ancor più importante in tempi di crisi climatica, a vantaggio dell’ambiente.
Certi della vostra attenzione, vi salutiamo
Comitato Milanese Acquapubblica
Milano, 25 marzo 2022
La lettera è stata trasmessa al blog Arcipelago.
Luigi Corbani riassume “…So che siamo di fronte una operazione folle, frutto di insipienza politica ed amministrativa. Inscatolare l’acqua che esce dai rubinetti di casa è degna di un film di Totò.
Nell’amministrazione pubblica ci deve essere un freno alla insipienza, soprattutto perché si maneggiano soldi degli altri, non soldi propri: sono soldi dei cittadini e quindi bisogna usarli con attenzione e in maniera produttiva”
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