Le barriere che l’uomo costruisce nei rapporti quotidiani sono spesso inspiegabili e disumane. Essere portatore di un qualsiasi handicap non è una colpa, una diminutio, ma esige sensibilità umana e generosità d’animo. Troppo spesso pregiudizi stupidi e mancanza di buon senso “escludono” i meno fortunati dalla vita sociale. Chi difende i loro diritti in un mondo che pare votato alla salvaguardia dei “diritti umani”, ma solo a parole?
Un giudice ieri ha riconosciuto i diritti di una disabile che ha un deficit cognitivo e invalidità al cento per cento, ama la musica e vuole studiare al liceo musicale Tenca di Milano, a numero chiuso.
L’istituto l’ha convocata per il test di ammissione senza concederle una prova individualizzata e senza la sua insegnante di sostegno.
La ragazza ha preso un voto basso ed è stata esclusa, ma la famiglia ha fatto ricorso e ha vinto, come si legge sulle pagine milanesi de ‘La Repubblica’.
La Sezione Prima — Diritti della persona del Tribunale di Milano ha infatti accolto il ricorso presentato dagli avvocati Livio Neri e Francesco Rizzi, e ha condannato la scuola a iscrivere la ragazza al primo anno di corso senza nessuna prova d’ingresso. Il ministero dell’Istruzione dovrà inoltre pagare un risarcimento di tremila euro.
La giudice Serena Nicotra ha accolto il ricorso per l'”azione discriminatoria a tutela di alunna minore con disabilità”. Per una volta giustizia è fatta.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano