Un giro di frode fiscale e riciclaggio basato sulla compravendita fittizia di spazi pubblicitari. Ruota attorno a questo impianto accusatorio l’operazione della Guardia di Finanza di Milano che ha portato all’arresto (ai domiciliari) di 4 imprenditori attivi nel settore della pubblicità e al sequestro preventivo di 28 milioni di euro, cifra che equivale al presunto profitto del reato. Tra le varie società coinvolte, secondo quanto si apprende, ci sono anche Clear Channel e Defi Italia, aziende attive nel settore della cartellonistica pubblicitaria. Nel mirino della procura del pm di Milano, Paolo Storari, è finito un meccanismo di frode fiscale denominato dagli stessi indagati “Press deal”: secondo la ricostruzione degli investigatori delle Fiamme Gialle, gli imprenditori sotto accusa avrebbero ideato uno schema fraudolento basato sul un giro di false fatture con aliquote iva diverse. Così facendo, riferisce il procuratore facente funzione di Milano Riccardo Targetti, creavano un credito iva fittizio a favore della società concessionaria dei servizi pubblicitari, con evasione d’imposta di circa 30 milioni di euro generato dalla diversa aliquota applicata tra gli acquisti (22 %) e le vendite (4%). Inoltre distraevano i capitali sottratti a tassazione grazie a pagamenti che la concessionaria della pubblicità eseguiva a favore del proprio fornitore. Soldi che venivano poi autoriciclaggio e trasferiti verso società conniventi, italiane estere, che provvederanno alla relativa spartizione dei profitti della frode. Queste somme, sempre secondo l’accusa, sono state in parte trasferite ad una società croata ed in parte ad una svizzera, per essere poi impiegate per l’acquisto di appartamenti in un complesso immobiliare alberghiero a Panama.
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