L’analisi del Questore sulla criminalità diffusa tra i giovani è puntuale ed esige risposte sociali a cui Sala non ha mai pensato. Ma la prevenzione è lì offerta di spazi condivisibili, ad esempio, che non possono essere le piazze tattiche o i Centri sociali e neppure l’abbandono totale a se stessi dei troppi immigrati di cui si fanno accoglienze indiscriminate.
“Da Capodanno assistiamo ad una violenza agita spudoratamente e talora esibita sui social, quasi per affermarsi sul territorio e senza timore di essere individuati”. Lo ha detto il questore di Milano Giuseppe Petronzi nel corso del suo intervento al Teatro Strehler in occasione dei 170 anni dalla fondazione della Polizia di Stato parlando dei recenti episodi di criminalità giovanile. “Si pensi che solo nell’ultimo anno sono stati arrestati dalla Polizia di Stato in tutta la provincia 325 giovani dai 14 ai 20 anni per rapina in strada. Quasi uno al giorno”, ha sottolineato Petronzi. Per quanto riguarda le ragioni, il questore spiega che “la sensazione è quella di uno spaccato giovanile che messo in sospensione per quasi due anni non ha avuto occasioni di maturare e plasmarsi nel costante confronto con la realtà. E dalla perdita di contatto con il quotidiano è scaturito un mix tra la conflittualità anche violenta e l’indifferenza delle conseguenze del proprio agire”.
Il questore però non definisce questi episodi con l’unica etichetta di ‘baby gang’. Lo ritiene un termine “fuorviante perché tradizionalmente si caratterizzano per un legame con il territorio, per una struttura gerarchica, per regole da seguire e riti di iniziazione”. “La fenomenologia attuale lascia piuttosto trasparire una realtà criminale più diffusa e quindi più preoccupante”, ha aggiunto Petronzi
Anna Ferrari
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