Sala frigna, i soldi non bastano, le casse sono vuote, deve sospendere anche i progetti già definiti e che solo lui conosce con i suoi super esperti. Una febbre alta di dover fare, realizzare ed emergono i problemi neppure sfiorati che erano evidenti, ad esempio la necessità di riqualificare le case popolari. E chiede altri soldi al Governo di cui, se non risponde per la Grande Milano, non si fida. E demanda soluzioni pratiche: sponsor per il Vigorelli, il verde ai privati ecc. E anche le soluzioni, perché ora per il nuovo Stadio decideranno le società, ma ci sarà il dibattito pubblico voluto dai Verdi e non si sa quando verranno assolti i passaggi voluti dalla legge. Albertini senza mezzi termini lo definisce ostaggio dei Verdi? Ma no..il fatto è che il signor “ghe pensi mi” li ha incontrati e voluti e ora verrebbe da dire “ciapa e porta a cà”. Idem per il discorso dei parcheggi sotterranei.
Ma la “doleance” di ieri in Consiglio è stata tutta sui soldi che non ci sono. Non un dubbio, non un’inizio di critica su come opera per la gestione della città, eppure a qualcuno, dopo gli affitti stratosferici in Galleria, la vendita di palazzi storici e via discorrendo e i fondi già dati, è lecito venga un dubbio. Errori sono stati fatti, inutile negarlo.
“Le amministrazioni devono evitare di alzare ostacoli all’accesso dei disabili e degli anziani ai servizi sociosanitari residenziali. Ho scritto a Giuseppe Sala chiedendogli di rivedere la decisione presa che si traduce in un aggravio del carico assistenziale per le famiglie”: lo ribadisce l’assessore regionale al Welfare, Letizia Moratti, postando la lettera inviata al sindaco di Milano in merito al bilancio del Comune.
Rincara Comazzi (F.I) “Investimenti sbagliati come quelli fatti per le piste ciclabili, sprechi di risorse e iniziative ideologiche ci hanno portato nella situazione in cui siamo ora. E questo – nonostante la giunta abbia aumentato al massimo le tasse locali e spremuto i cittadini con un doppio pedaggio dato da Area B e Area C, per non parlare dell’aumento del prezzo del ticket Atm. Affidarsi alle grandi partecipate per salvare il bilancio non è una strategia oculata e il periodo pandemico ce ne ha dato la prova. Ora – conclude Comazzi – la priorità è tutelare i milanesi ma quando una città come Milano può solo sperare in un aiuto da Roma per evitare il collasso significa che chi amministra ha sbagliato tutto”.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano