Dal discorso di Aleksandr Isaevic Solženicyn quando fu premiato col Nobel per la Pace

Attualità

Per una riflessione, parte del discorso di Aleksandr Isaevic Solženicyn quando fu premiato col Nobel per la Pace

In Russia: …”Così nel corso dei secoli passati e soprattutto negli ultimi decenni, dato che il processo è divenuto più acuto, lo sviluppo delle forze è stato così: il liberalismo, inevitabilmente messo in disparte dal radicalismo, dovette poi arrendersi al socialismo, che a sua volta non poteva resistere al comunismo. Il regime comunista in Oriente potrebbe crescere, a causa di un entusiastico sostegno da parte di un numero enorme di intellettuali occidentali che (strana parentela !) si è rifiutata di vedere i crimini del comunismo, e quando questo non era possibile, hanno cercato di giustificarli. Il problema persiste: nei nostri paesi dell’est, il comunismo ha subìto una sconfitta ideologica completa; è pari a zero e meno di zero. E gli intellettuali occidentali ancora esaminano la questione con notevole interesse ed empatia, ed é proprio questo è ciò che rende così immensamente difficile per l’Occidente resistere a est.
Io non sto esaminando il caso di un disastro, analizzando una guerra mondiale e le modifiche che questa produce nella società. Ma poiché vorremmo svegliarci ogni mattina sotto il sole della pace, dobbiamo pensare a come realizzare la nostra vita quotidiana. Eppure esiste già un disastro. Mi riferisco alla catastrofe generata da una autonoma e irreligiosa coscienza umanistica.
È l’uomo che decide la misura di tutte le cose sulla terra — l’uomo imperfetto, che non è mai privo di orgoglio, egoismo, invidia, vanità e decine di altri difetti. Ora stiamo pagando gli errori che non sono stati correttamente valutati all’inizio. Nel cammino dal Rinascimento, fino ai nostri giorni, abbiamo arricchito la nostra esperienza, ma abbiamo perso il concetto di un’entità completa suprema, da ascoltare per porre limiti alle nostre passioni e alla nostra irresponsabilità. Abbiamo avuto troppa fiducia nella politica e nelle riforme sociali, per poi scoprire che ci stavamo privando del possesso del nostro bene più prezioso: la nostra vita spirituale. Questa è adesso calpestata dalla mafia e dai partiti in Oriente e dalle attività commerciali in Occidente. In questo sta l’essenza della crisi: la divisione del mondo è meno terribile.
Se, come sostiene l’umanesimo, l’uomo è nato solo per essere felice, egli non é nato per morire. Poiché il suo corpo è condannata a morte, il suo compito sulla terra evidentemente deve essere più spirituale: non una totale accaparramento di beni nella vita quotidiana, non la ricerca di modi migliori per ottenere beni materiali e quindi non la spensieratezza con il loro consumo. La vita deve invece essere il compimento di una riflessione costante e seria in modo che il nostro viaggio nel tempo possa essere soprattutto un’esperienza di crescita morale, per diventare esseri umani migliori. Questo é indispensabile per rivalutare la scala dei valori umani normali; la loro attuale assenza è sbalorditiva. Non è possibile che la valutazione del lavoro di un Presidente di uno Stato sia ridotta alla questione relativa a quanti soldi io guadagno, o alla disponibilità di benzina. Solo con l’educazione di noi stessi e l’autodisciplina liberamente accettata e serena, l’umanità potrà risalire il flusso del materialismo e del suo mondo.
Oggi sarebbe regressivo considerare le fossilizzate formule dell’Illuminismo. Tali dogmatismi sociali ci continuerebbero a rendere indifesi di fronte alle prove dei nostri tempi. Anche se ci stiamo risparmiando la distruzione causata dalla guerra, dovremo trovare il modo di non rendere deperibile la nostra vita. Non possiamo evitare di riconsiderare gli elementi fondamentali della vita umana e della società. È vero che l’uomo è al di sopra di tutto ciò? Non c’è nessuno spirito al di sopra di lui? È giusta che la vita dell’uomo e delle attività sociali debbano essere governate soprattutto dall’espansione materiale? È ammissibile promuovere tale espansione a scapito della nostra vita spirituale integrale? Se il mondo non è ancora vicino alla sua fine, ha comunque raggiunto un punto di svolta importante nella storia, di importanza pari alla svolta dal Medioevo al Rinascimento. Questo potrà esigere da noi una “fiammata” spirituale; dovremo salire all’altezza di una nuova visione, per un nuovo livello di vita, dove la nostra natura fisica potrà non essere maledetta, come nel Medioevo. Ma sarà ancor più importante il nostro livello spirituale, nel quale non si potrà essere calpestati, come in the Modern Era. Questa Ascensione è come un’arrampicata antropologica.
Nessuno sulla terra ha un altro modo a sinistra o a destra ma soltanto verso l’alto.

Aleksandr Isaevic Solženicyn

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