Avere il Curriculum di Beppe Sala nulla significa se parliamo della posizione di Sindaco di una città complessa come Milano. Cerchiamo di ricostruire, allora, i tre anni di Sala Sindaco .
Dopo la esperienza veloce di Expo (non tralascerei la sua condanna a 6 mesi per aver manomesso con dolo alcuni documenti di uno dei maggiori appalti Expo), la Moratti lo chiama come advisor sui conti del Comune. Sala non è interessato perchè la paga è bassa, ma la Moratti lo convince tratteggiandogli le opportunità di salire rapidamente nell’organigramma comunale. Al momento delle Amministrative, cambia squadra e come si sa vince di solo 1 punto su uno scialbo Parisi. La affluenza più bassa di sempre.
Da quando prende incarico, si capisce subito che Sala non è affatto nè interessato, nè capace a gestire tutte le rogne e le difficoltà di Milano. Perchè fare il Sindaco per lui è solo lo stare in vetrina, gestire contatti e relazioni anche con gruppi esteri, e poi soprattutto organizzare grandi eventi-vetrina in Boccelli-style (expo gli era piaciuto per quello). Si dimentica dunque da subito della gestione della città, cosa che ad esempio era stato il punto di forza di Albertini (che aveva saputo anche creare grandi novità e innovazioni come CityLife, Fiera Rho e tanto altro). Lascia dunque la gestione ai suoi assessori, che aimè sono uno più sprovveduto e maldestro dell’altro, e si occupa della immagine di Milano e soprattutto della sua immagine. Non si perde una inaugurazione (quasi tutte di cose volute e partite con Albertini o Moratti), una prima della Scala in perfetto tuxedo accompagnato dalla sua ultima compagna, figlia del potente banchiere Bazoli (Intesa San Paolo, Corriere della Sera…).
Un Ufficio Stampa di oltre 10 persone a tempo pieno, più due importanti e costosi spin doctors della comunicazione politica, gli dicono cosa dire e cosa fare. Ecco dunque le migliaia di posts su Facebook e Twitter (li cura l’ufficio Stampa), i video quotidiani postati, e la pagina Instagram seguita personalmente da Sala. Ovviamente, finchè la gestione di Milano è quella normale, al massimo sono capitate spese pazze di Maran o Granelli, ma quando è scoppiata la guerra, a Febbraio 2020, Sala è andato in tilt. Incapace di gestire la emergenza di fine febbraio e Marzo, scompare da Consigli Comunali (4 su 5 li ha disertati) e compare solo nei suoi social. È il momento dei “Pennarelli” e del suo sogno sugli “Ambrogini d’oro” da lui spiegato su FB mentre avevamo in strada 10000 morti.
Quando poi il picco cala ad aprile, ricompare Sala e attacca tutti coloro che erano rimasti a lottare in prima linea (Fontana e Gallera). Racconta anche di fantomatici accordi da lui siglati per testare il personale Atm, smentiti il giorno dopo da tutti coloro che aveva citato.
Se questo è un uomo.
( MuoverMi)
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