Storia di Leo, panettiere da Mykolaiv a Milano con prodotti ucraini e italiani

Società

Leonid Lytvynenko ha aperto tre mesi fa una panetteria in Corso di Porta Romana: “Mio padre sotto le bombe, pane può essere modo per unire persone nella pace”

Da Mykolaiv a Milano per fare il pane. Leonid Lytvynenko, detto ‘Leo’, 41 anni, un mese prima che iniziasse la guerra in Ucraina ha inaugurato la sua panetteria ‘Leo’s Bakery’ in Corso di Porta Romana, e ogni giorno sforna pane e dolci ucraini e italiani. “Non posso dire che faccio solo prodotti tipici ucraini – spiega Leonid all’AdnKronos – ma anche pizzette, pizza al taglio, panini. I miei clienti sono italiani, ucraini e anche russi, per me non esiste differenza, tutti vengono, tutti comprano, l’importante è questo”. Leonid è in Italia da 5 anni ma la panetteria ha aperto i battenti poco prima del conflitto. “Per due settimane non sono riuscito a lavorare, ero disperato” dice Leonid, originario di Mykolaiv, nel Sud dell’Ucraina, martoriata nelle scorse ore da bombardamenti senza tregua. “In Ucraina è rimasto mio padre e i genitori di mia moglie – spiega Leonid – ogni giorno pensiamo a loro e non possiamo fare nulla. Non vogliono lasciare il Paese e adesso a Mykolaiv non c’è acqua in casa da due settimane ed è difficile vivere. Ogni giorno cambia qualcosa, io guardo solo le notizie”.

Nel suo forno Leonid produce diversi dolci tipici come la Ptashyne moloko e “una specie di soufflè ucraino”, la tipica torta di miele “che piace tanto agli italiani”, ma anche biscotti e il ‘pane di Kyiv”, realizzato con un impasto particolare con l’85% di farina di segale. “Nessuno a Milano lo fa così – ammette Leonid – è difficile lavorare con la farina di segale, non c’è glutine, è un pane che faccio su ordinazione, anche i miei clienti italiani lo acquistano, piace molto”. Per aiutare i suoi concittadini Leonid ha raccolto beni di prima necessità e ha già inviato “tre pacchi grandi con dei prodotti anche per i bambini”. A Milano, invece, ha dato una mano ad alcuni conoscenti scappati dalla guerra. “Abbiamo aiutato tre famiglie arrivate dall’Ucraina, le abbiamo ospitate e poi siamo riusciti a trovare una sistemazione a due amiche e alla sorella di mia moglie, arrivata con la sua bambina di 11 anni”. Inutile chiedergli come si sente. “Quando il cuore è rovinato cosa posso dire? Mi mancano le parole – dice Leonid, trattenendo a stento una risata nervosa -. Sono passati più di due mesi, la guerra è al centro dell’Europa, è un disastro. Tra due giorni noi festeggiamo la nostra Pasqua ortodossa. Il pane può essere un modo per unire le persone nella pace”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.