Il primo media è la Persona (intervista ad Alessio De Bernardi, fondatore di ADBcomunica)

Società

Oggi il personal branding è uno degli elementi più importanti in una strategia di marketing e comunicazione, ogni professionista sa quanto la reputazione personale sia indispensabile. Lo chiediamo ad Alessio De Bernardi, creatore di ADBcomunica esperto di comunicazione  e media relations.

D – Alessio perché oggi è così importante fare PB?

Penso che il Personal Branding sia un’attività sempre più necessaria soprattutto dopo la venuta della pandemia dove ormai anche l’utenza o il consumatore sentono sempre più la necessità di avere con il loro interlocutore (Azienda o Istituzione) un rapporto che non sia basato solo sull’offerta ma che implichi anche quella valorialità che in un periodo di così tanta incertezza l’utente finale ha bisogno di ritrovare nel suo interlocutore. Ecco perché sostengo da tempo che un manager o chi è a capo di un’istituzione deve essere lui stesso prima di tutto il brand che incarna i valori che trasmette l’azienda o l’istituzione da lui capitanata.

Il Personal Branding è un’attività che porta beneficio non solo a chi lo attua su sé stesso ma che ricadrà positivamente e sempre più anche in quelle realtà che li vede protagonisti.

Sono sempre più convinto che il primo Media sia sempre la Persona.

Dietro ad un’azienda o a un’istituzione ci sono sempre prima di tutto delle Persone dove a seconda della propria scala di valori dipenderà anche un’azione responsabile verso il loro interlocutore di riferimento.

Resisterà e Vincerà nel proprio mercato di riferimento non solo chi venderà il prodotto migliore o il servizio migliore ma chi insieme a questi aggancerà un mood valoriale nel quale chi li avrà scelti dovrà ritrovarsi sempre più.

D – Nell’arco della tua carriera hai fatto davvero tante cose, ma quando hai capito l’importanza del personal branding?

Ho iniziato ad occuparmi di media relations e prnel settore discografico e culturale, date le mie passioni di ragazzo poco più che ventenne e dove avevo intuito che le amicizie scaturite con giornalisti, dj 2e operatori della comunicazione musicale e culturale potevano essere capitalizzati facendoli diventare vetrine per dare visibilità agli artisti. Questo mi ha portato a far diventare una mia passione una vera e propria professione, dove ho lavorato per le maggiori major discografiche e ad essere presente per molti anni all’evento clou del mondo discografico italiano: il Festival di Sanremo. Dopo questa prima fase è stata un’altra mia passione a trasformarsi in un’area di lavoro: la politica. Nella mia carriera non posso non citare un incontro fortunato che mi ha arricchito e mi arricchisce tuttora sia da un punto di vista umano che professionale: Oscar Di Montigny, manager ispirato e opinion leader di spicco nell’ambito dell’Innovazione e della sostenibilità, già Direttore marketing, comunicazione e innovazione di Banca Mediolanum oltre che Presidente di Flowe Spa. Con lui abbiamo sviluppato un progetto di reputazione personale in cui anche se differiscono le platee alle quali si rivolge sempre e comunque troverai presenti quei punti cardini a lui cari e che divulga da anni in tutte le sue narrazioni mediatiche e non. Questo determina sempre una coerenza, prima di tutto intellettuale e di conseguenza pragmatica.

Apportando le mie competenze in ambito di Media Relations e Pr nell’ambito del suo Personal Branding ho avuto modo di consapevolizzare sempre più quanto sia fondamentale ed essenziale creare un filo conduttore tra le varie aree in cui si è protagonisti nella propria vita professionale e la propria utenza riferimento.

Torniamo quindi al mio slogan ” Il primo Media è sempre la Persona” e quindi per far sì che questo avvenga il Personal Branding diventa essenziale.

D – Qual è il tuo metodo per gestire l’attività di personal branding dei tuoi clienti?

Non amo il termine ” Cliente”. A mio parere è riduttivo nel mio concetto di relazione lavorativa. È nel termine ” Assistito” che identifico non solo un beneficiario delle mie competenze tecniche ma anche un beneficiario delle mie competenze umane. Tutto parte dalla considerazione che davanti a me non c’è solo un manager o

un’azienda o un’istituzione ma che dietro a queste realtà ci sono prima di tutto delle persone che nel momento che scelgono i miei servizi mi stanno dando fiducia.

La creatività rappresenta il salva vita per tutti coloro che devono escogitare strategie virtuose soprattutto quando il mondo ci sta dicendo in più modi quanto è in difficoltà sia da un punto di vista economico che valoriale. Quando vieni scelto per portare in dote le tue competenze professionali, in quel momento tu hai la prima forma di guadagno: La fiducia del tuo Assistito.

Allo stesso tempo tu vieni insignito di un valore molto importante soprattutto in un periodo di incertezza come questo: la responsabilità.Fiducia e responsabilità sono due punti cardini che occorre sempre ricordare a mio parere.

D –La meditazione come strumento professionale. Cosa vuol dire?

La meditazione è uno strumento basato prima di tutto sul Respiro. Il nostro respiro che non è così scontato possedere e che rappresenta la prima funzione vitale che l’essere umano possiede: se si lavora sulla qualità del respiro e su un ascolto profondo di noi stessi ne beneficia il corpo, il cervello e lo spirito.

Meditare e prefigurare ciò che ci anima nel profondo del nostro cuore anche per ciò che riguarda la sfera professionale può sembrare fuori dalle logiche più ordinarie e meno abitudinarie per la maggior parte delle persone ma, a mio parere, rappresenta il metodo più veloce e più naturale per migliorare la qualità della propria vita compresa quella professionale.Credo che non vi sia una disciplina virtuosa senza la sensibilità e la flessibilità: la sensibilità è necessaria per ascoltarsi e ascoltare e creare quell’empatia necessaria con noi stessi e con gli altri per comprendere di cosa abbiamo veramente bisogno.

La flessibilità serve per avere una visione meno rigida su sé stessi dove i nostri limiti possono diventare fonte di intuizioni per trovare nuove strategie per superarli  senza farsi prendere dallo  stress e disperdere tutte le energie che possediamo.

Stress, impazienza, rabbia, una competitività esasperata sono tutti veleni che limitano l’emergere dei nostri talenti.

Lavorare su di sé in questo, inevitabilmente ci permetterà di comunicare meglio e comprendere in profondità anche chi assistiamo in questo percorso di consapevolezza della propria reputazione personale.

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