Fortunatamente il Tar Lombardia è intervenuto per abbassare le pretese del Comune di Milano che considera i cittadini sudditi da rieducare e da spremere.
Con una recente sentenza il Tar ha dichiarato illegittimo l’obbligo, imposto dal Regolamento edilizio del Comune di Milano, di presentare al Notaio il Certificato di Idoneità Statica dell’immobile che si vuole vendere, in caso abbia più di 50 anni. Il Tar Lombardia ha così parzialmente accolto un ricorso presentato da Assoediliziando ben 6 anni fa. E ha obbligato a riscrivere meglio tutta la materia, importantissima, della sicurezza degli edifici.
Il famigerato CIS, certificato di idoneità statica, fu introdotto come obbligo per tutti gli edifici con più di 50 anni dall’articolo 11 del vigente Regolamento Edilizio del Comune di Milano, quello approvato il 26 Novembre 2014.
Io condussi una battaglia con ogni mezzo contro tale tassa occulta e infatti il regolamento impiegò 7 mesi per essere approvato. Alla fine ottenni, tramite emendamento, che il CIS sarebbe entrato in vigore solo dopo 5 anni nel 2019. A dimostrazione che le mie critiche erano fondate l’entrata in vigore dell’obbligo di Cis è stata poi posposta dallo stesso Comune con determine dirigenziali e poi con il differimento dei termini per l’emergenza Covid fino a fine Giugno 2022.
La sicurezza degli immobili è un bene importante, ma ci sono tanti modi per ottenerla: in sintesi è meglio affidarsi ai controlli e a norme più selettive piuttosto che imporre a tutti, indistintamente, magari anche a chi ha appena ristrutturato, un obbligo e una spesa che grava sui cittadini proprietari.
Per munirsi di un CIS fatto correttamente il proprietario o il condominio devono spendere dai 7 ai 15.000 euro per pagare un tecnico. Si badi bene che controlli sulla staticità di un edificio si sono sempre potuti fare e anche richiedere al Comune. Odioso è però bloccare le vendita di un appartamento se un palazzo non dispone del CIS. Non a caso su 26.000 immobili con più di 50 anni solo 3.100 si sono dotati di CIS e altri 2.200 hanno avviato le procedure.
Che poi molte informazioni per rilasciare il CIS i professionisti devono richiederle al Comune stesso che poi ci mette 6 mesi o un anno per fornire gli atti di fabbrica o i cosiddetti “cementi armati”.
Bene dunque che il Tar abbia fatto giustizia di assurde pretese di un Comune che vuole sempre tartassare la proprietà privata. E che poi lascia i propri immobili in stato di abbandono. E che ha pure la faccia tosta di vantarsi del rinascimento immobiliare di Milano che è stato realizzato dal privato, dalle imprese, dai professionisti nonostante il Comune e non per merito del Comune.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Grazie Fabrizio, che ci informi ….e grazie di aver co.battuto da subito questa ” boutade ” di Sala & company !!!! Ad maiora,mik
Bravo Fabrizio, così si fa politica!!!!!
Caro Fabrizio,GRAZIE !
…..nei condomini in cui si è già in possesso del CIS, visto la bocciatura della legge, come si possono comportare? (Soldi buttati al vento)
notizia eccezionale, soprattutto per chi opera nel settore immobiliare.Con l’immobilismo del Comune di Milano nel fornire la documentazione che il tecnicoCIS deve utilizzare per rilasciare il certificato di idoneità statica … Il problema era veramente kafkiano… Da una parte il comune imponeva il cis dall’altra parte il Comune impediva la certificazione statica con ritardi di mesi qualche volta un anno per rilasciare la documentazione necessaria al tecnico incaricato. Bravo Fabrizio grazie