Vendere e ancora vendere edifici comunali per far cassa, ma quelli occupati dai Centri sociali no

Milano

Maledetti soldi! Ma ora Sala è più tranquillo dopo aver parlato con Franco che ha promesso di intervenire e si dice fiducioso, ottimista. Vero è che il buco di bilancio non è un buco qualsiasi, nonostante le capriole dell’ex Assessore al Bilancio Tasca. Comunque di Tasca non si sa più niente, sparito, ma la moda di alienare immobili comunali e quindi anche dei milanesi è stata introdotta da lui ed è ora più che mai origine di soldoni. Ma c’è un però: si possono trasferire i dipendenti, si possono spostare i ragazzini ciechi da via Vivaio, ma gli edifici comunali okkupati abusivamente dai Centri Sociali sono intoccabili, inalienabili. E bisognerebbe chiedere a Sala e maggioranza che cosa intendono per abusivismo, illegalità, protervia, irrazionalità, ma sarebbero domande ingenue e inutili. Constatiamo i fatti.

“Eppure, almeno una mezza dozzina di proprietà demaniali – che, se vendute, potrebbero fruttare milioni alle tasche del Comune – continuano a rimanere prerogativa di centri sociali, alcuni dei quali le occupano da decenni. Insieme all’operazione di alienazione degli immobili finalizzata a risanare i conti salati, sarebbe opportuno che il Comune muovesse guerra all’abusivismo dei centri sociali, che occupano, indisturbatamente, stabili di proprietà dei milanesi” così commenta a Libero l’assessore alla Sicurezza della Regione, Riccardo De Corato. «Mi riferisco, nello specifico, alla Cascina Torchiera occupata dall’omonimo collettivo, di fronte al cimitero di Musocco, contro cui lotto da anni in attesa che qualcuno la sgomberi, alla Camera del Non Lavoro sita nei caselli daziari di via Volta, nonché al centro sociale Zam, di via Sant’Abbondio. Sono realtà in piedi da decenni, che nessuno si preoccupa di liberare e restituire alla città». E conclude «Dopotutto, sgomberare gli edifici occupati dai centri sociali autonomi, costituirebbe una fonte di guadagno per Palazzo Marino: permetterebbe, infatti, ai privati di edificare 0 ristrutturare su quelle aree, pagando gli oneri di urbanizzazione al Comune».

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