Welfare Comune: stop nuovi ricoveri anziani e disabili indigenti in RSA. Nei nidi non c’è posto per 2.800 bimbi

Milano Società

Ma Sala sa che cosa vuol dire essere indigente, fragile, vecchio, portatore di handicap? Vuole anche dire, oggi, essere emarginato, abbandonato. Infatti “Stop ai nuovi ricoveri in struttura per anziani e disabili indigenti. Il congelamento di fondi deciso dal Comune di Milano ricade direttamente sulle spalle dei più fragili. E a cascata sull’intero sistema sanitario. fino al termine dell’esercizio provvisorio. Si tratta della quota che manca per chiudere il bilancio 2022”. (Corriere). Insomma, si taglia e si evita di spendere il più possibile. Tra gli assessorati maggiormente colpiti c’è quello al Welfare, con quasi 50 milioni di euro fermi nel cassetto. Ed è già stata inviata una nota ai gestori delle strutture per anziani e disabili.  Una idea che umilia, che ricade sulle famiglie perché  vengono bloccati gli ingressi in struttura degli anziani indigenti e gli interventi in loro favore.

E Sala sa come prevedere e gestire il mondo della scuola e specificatamente dei nidi?

“Nei nidi non c’è posto per 2.800 bimbi – E su 14.721 domande nella fascia d’età  0-6 anni, ne sono state accettate solo 11.420. E, attualmente, sono poco più di 3.300 i bambini in lista d’attesa (quasi 2.800 per i nidi e circa 500 per le scuole dell’infanzia), coi genitori che non sanno ancora se a settembre Palazzo Marino potrà garantirne la presenza nelle strutture comunali. Un’incognita che mette in allarme le famiglie, costrette, se non ammesse alle graduatorie finali, alla ricerca di posti nei nidi privati: un esborso economico che molti milanesi, alla luce della crisi, faticherebbero a permettersi.  (Fonte Libero)

Milano è la più  cara tra le grandi città d’Italia per quanto riguarda le rette agli asili nido privati. Secondo una recente indagine di Altroconsumo, infatti, Milano si scosta del 22 per cento dal “valore centrale” di 620 euro mensili richiesti nelle grandi città: per mandare un figlio al nido, da noi ci vogliono 756 euro, ossia quasi 140 in più. Un importo previsto per un regime di tempo pieno, in genere della durata di dieci ore al giorno, dove oltre al costo delle educatrici c’è da sostenere quello per i pasti e i pannolini.

Questa l’idea del Welfare del Comune?

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