Buon lunedì amici sportivi, traguardo in vista per le 18 di serie A, questa penultima parte con 4 anticipi del venerdì: Empoli-Salernitana 1-1, Verona-Torino 0-1, Udinese-Spezia 2-3 e Roma-Venezia 1-1.
Brevemente, nel dettaglio, un Empoli senza pressioni ferma la Salernitana a caccia di punti salvezza. I toscani vanno in vantaggio con Cutrone ottimamente innescato da Asslani. Nel secondo tempo Vicario e Sepe i migliori in campo, in particolare il portiere di casa mette in campo almeno 3 miracoli su Bonazzoli e Djuric. Lo stesso Bonazzoli riesce a trovare il gol dell’1-1 al 76′, poco dopo Perotti spreca il rigore che avrebbe certificato la salvezza dei campani. Un punto che condanna il Venezia, ma tiene la Salernitana alla portata di Cagliari e Genoa.
Al Bentegodi invece, non proprio partita relax di fine stagione tra Verona e Torino, che onorano l’impegno rispettando entrambe la propria indole. Ad avere la meglio sono gli ospiti di Juric, i granata vincono 1-0 con un gran gol di Brekalo nel primo tempo, dopo il quale la partita aumenta di intensità: tanti gialli, tensione tra i giocatori ma niente eccessi, qualche acciacco, con Vojvoda costretto alla sostituzione. La spunta il Toro, ma l’Hellas lascia bene suo stadio, all’ultima stagionale.
Udinese-Spezia è terminato sul punteggio di 2-3, frutto delle reti di Molina, Verde, Gyasi, Maggiore e Pablo Marì, e con questo risultato i liguri centrano dunque il match point per la salvezza dopo una lunga rincorsa, a tratti tormentata. Udinese ormai tranquilla in classifica: troppo il divario sul piano degli stimoli con gli aquilotti di mister Thiago Motta. Gara comunque in bilico sino al triplice fischio di Aureliano.
A Roma, i giallorossi di Mourinho non ritrovano il successo in campionato, pareggiando 1-1 con il Venezia di Soncin. Rete lampo di Okereke al 1′. I giallorossi hanno immediatamente reagito, colpendo un incrocio dei pali con Pellegrini e sfiorando la rete con Abraham, Perez e Spinazzola. Al 28′ ospiti in 10 per espulsione di Kiyine, sofferenza per il pressing giallorosso. Il pareggio dei giallorossi solo al 72′, con una zampata di Shomurodov. Nel mezzo, un assedio alla porta di un eroico Maenpaa durato per oltre 70′, con i giallorossi che tirano 46 volte, battono 20 calci d’angolo e colpiscono tre traverse nella ripresa con Cristante, Zalewski ed ancora Pellegrini. Roma che aggancia momentaneamente la Lazio in quinta posizione a quota 60, portandosi a +1 su Atalanta e Fiorentina, impegnate sabato. Venezia in B, in virtù del pareggio della Salernitana.
Il derby emiliano Bologna-Sassuolo si chiude sul punteggio di 1-3, frutto della doppietta di Scamacca e delle reti di Berardi e Orsolini. Con questo risultato i neroverdi toccano quota 50 punti, agganciando il Torino al decimo posto in classifica.
Napoli era Insigne, fino al minuto 87 di un incontro che è stato l’ultimo al Maradona, per quel giocatore che con la città si identificava da lunghi anni. In un pomeriggio in cui è tornato persino il “cooling break” per una temperatura che di metà
maggio ha decisamente poco, il napoletano D.O.C. Insigne si è congedato alla sua maniera, con un gol di rigore (anche ripetuto) nel 3-0 inflitto al Genoa, ma soprattutto con un’ultima prestazione tutto “cuore e amore”, prima di imbarcarsi su un aereo che lo porterà in Canada. Intanto si gode l’ultima vittoria del suo Napoli, che mette matematicamente in ghiaccio il terzo posto, proteggendolo dagli ultimi attacchi della Juventus. Il capitano va a segno, con un rigore calciato sul palo, fatto ripetere (dopo che Di Lorenzo aveva segnato sulla ribattuta) e infine trasformato al secondo tentativo. Di Osimhen la rete del vantaggio, di testa, nel primo tempo. E di Lobotka quella della sicurezza, con una bellissima azione palla al piede. È il giorno della festa, ma è anche il giorno in cui il Genoa vede sfumare quasi tutte le possibilità di rimanere in A: l’unica chance di posticipare tutto all’ultimo turno arriverebbe con un pari tra Cagliari e Inter, che manterrebbe viva l’ipotesi della formazione di una classifica avulsa tra i sardi, la Salernitana e il Genoa, tutti ipoteticamente a pari punti, nella quale ad avere la meglio sarebbe proprio il Grifone. Complicato.
E veniamo ai due big match della domenica, il duello a distanza tra Milan e Inter si risolverà soltanto al fischio finale della prossima giornata, la numero 38. Se il MIlan mette due gol nella porta dell’Atalanta, l’Inter ne mette 3 nella porta del Cagliari, condannandolo alla serie B, quindi nulla di mutato in classifica con i rossoneri che conservano quel tesoretto di 2 punti, e cercheranno di conquistare a Sassuolo almeno il punto che garantirà il tricolore.
Il Milan vince 2-0 e fa impazzire San Siro: sono Leao e Theo Hernandez, a segno nel secondo tempo, a regalare a Pioli tre punti che sanno di tricolore. Nel primo tempo l’importanza della partita si sente tutta: lotta su ogni pallone, tanta tensione e squadre un po’ contratte. Qualche conclusione da fuori, con i pericolosi Muriel e Leao, e clima acceso nel finale, con il Milan che chiedere rigore per contatto tra Giroud e Djimsiti. Il francese viene ammonito per proteste, l’episodio sembra avvenire fuori area. A cambiare la partita sono le sostituzioni: Pioli inserisce Messias e Rebic, con il primo che pesca il taglio di Leao per il vantaggio al 56′ che infiamma San Siro. E questa volta è l’Atalanta a protestare per un possibile intervento falloso su Pessina, ma il VAR non interviene. I rossoneri si sciolgono, Zapata prova a rimettere tutto in discussione: due occasioni per il colombiano, che in entrambe le situazioni non trova la porta. Ci pensa Hernandez a ricacciare indietro la Dea: coast-to-coast clamoroso e raddoppio al 75′, San Siro trema. Gol che rischia di passare alla storia per bellezza e importanza: l’Atalanta ci prova nel finale, ma ormai il Milan è inarrestabile. Tifosi rossoneri che dopo il triplice fischio si scatenato: anche Pioli, accantonata ogni prudenza, partecipa alla festa, che però potrà prendere ufficialmente il via soltanto se i risultati del prossimo turno saranno quelli che i tifosi sognano.
E l’Inter? A Cagliari affrontava una squadra che doveva dare tutto sul campo per evitare la retrocessione. Purtroppo per i tifosi sardi, anche se non hanno visto fare gol il loro corregionale Barella, il divario tecnico, fisico e tattico era tale da lasciare quasi soltanto al caso le poche flebili speranze di successo.
Decisivo il gol di Darmian al 25′ su ennesimo assist del solito enorme Perisic, e la doppietta di Lautaro Martinez, ma nel computo totale sono da considerare un gol annullato a Skriniar all’11’ per un tocco casuale di braccio, in scivolata, dopo aver colpito di testa il palo, poi altre occasioni, e altri due legni con Lautaro e Dumfries. Grande l’azione dell’Inter che porta al raddoppio con uno scatenato Lautaro: lancio strepitoso di Barella per l’argentino, abile a vincere con strapotere fisico il duello in profondità con Altare e a insaccare con un preciso diagonale alle spalle di Cragno. Cagliari che si scuote e tenta di reagire, riuscendoci anche con un improvviso siluro di sinistro da fuori di Lycojannis, che al 57′ accorcia temporaneamente le distanze sul 2-1. Il Cagliari si illude brevemente, ma all’84’ è ancora il Toro argentino Lautaro a dettare legge e mettere la parola fine sulla vittoria dell’Inter: ottima gestione della palla di Gagliardini, tocco laterale per Lautaro che, a tu per tu con Cragno, insacca con un tocco sotto da palati fini: 1-3 e gara chiusa!
A completare la giornata, lunedì in serata i due posticipi Sampdoria–Fiorentina (18.30) e Juventus-Lazio (20.45).
Arrivederci all’ultima giornata del 22 maggio, buona settimana tutti i lettori.