Salone del libro di Torino: «Non chiamatelo “Salone del libro”. È pura propaganda ideologica di sinistra.»

Cultura e spettacolo

La mia prima esperienza al salone del libro di Torino può essere sintetizzata in una sola parola: disgusto.

Non un libro che parlasse dei benefici del capitalismo, se non giusto alcuni messi lì dalla Rubbettino e un paio altri, ma niente di più.

Uno schifo assoluto nel nome di tematiche costruttiviste di intersezionalismo, femminismo, anticapitalismo e socialismo di vario tipo.

Non mi aspettavo una roba simile in quella che dovrebbe essere una fiera del libro nel nome della pluralità di pensiero.

Eppure, come giravi l’angolo avevi una probabilità altissima di trovarti davanti a qualche contenuto comunista o socialista.

Nessuna immagine di Margaret Thatcher, di Ayn Rand, di Raegan o altri eroi liberali o libertari, anzi.

In diversi stand erano appesi i simboli di Che Guevara, Mao, Lenin, Stalin, Marx e persino Pol Pot!

Ho girato in lungo e in largo e all’ennesimo testo woke ho deciso di tirare fuori il telefono per scattare alcune foto solo agli ultimi stand, testi e libri di dubbio gusto che popolavano l’intero salone. Ve le allego qui sotto.

Alcuni testi esposti erano anche dichiaratamente antisemitifilo-russi e contro i valori atlantisti dell’occidente.

Bella coerenza da chi alcuni anni fa protestò per non far presentare un editore perché dichiaratamente associato a Casapound.

Una nota positiva si può avere con gli ospiti, i quali non erano tutti da buttare.

Ma anche lì le personalità di sinistra erano la maggioranza.

Effettivamente non potevo aspettarmi altro, ma questo è un segnale che il mondo è malato e sempre più avverso alle idee di libertà, atlantismo e capitalismo e che la lotta per i nostri ideali deve ancora essere combattuta.

P.S. Per capire di cosa parlo, provate ad andare sul file del programma del Salone del 2022 (link: https://www.salonelibro.it/programma.html), cercate le parole “Capitalismo”, “Liberalismo” o qualsiasi altra legata al mondo liberale. Non ne troverete neanche una.

Dopodiché, provate a cercare “neoliberismo”, “femminismo”, “intersezionalismo”, “inclusione”, “socialismo” e “comunismo”.

Lì ne troverete a bizzeffe.

Andrea Melcarne  (Istituto Liberale – Gruppo Nazionale)

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