Anziana uccisa e fatta a pezzi nel Milanese, asfissiata due mesi fa. Fermata la figlia

Cronaca

Avrebbe accompagnato l’anziana madre malata in bagno, poi l’avrebbe aiutata a entrare nella vasca sulla quale avrebbe steso un telo di plastica trasparente che avrebbe poi “sigillato” con del nastro adesivo, causando di fatto la morte dell’83enne per asfissia. Poi, forse nei giorni successivi, ne avrebbe sezionato il corpo con una sega, che è stata ritrovata nell’abitazione. E’ l’ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri che indagano, coordinati dal pm Elisa Calanducci, sull’omicidio di Lucia Cipriano, il cui cadavere straziato è stato trovato ieri mattina a Melzo (Milano) dai militari, gli stessi che la notte scorsa hanno eseguito il fermo di una delle sue tre figlie, Rosa Fabbiano con l’ipotesi di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere. In attesa che i complessi esami autoptici e i prossimi accertamenti dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano insieme con i colleghi della Compagnia di Pioltello e della Stazione di Melzo, indichino con precisione la data del decesso, gli investigatori ritengono che l’anziana possa essere morta tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile scorsi. 

A metà aprile scorso, i vicini che abitano nella palazzina di via Boves, avevano sentito l’odore e visto del fumo uscire dalle finestre dell’abitazione dove l’anziana abitava da sola, e i carabinieri ieri hanno trovato tracce parzialmente carbonizzate dei vestiti che la vittima probabilmente indossava al momento dell’omicidio. Pur essendosi avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al magistrato che ieri voleva sentirla, l’indagata (un’operaia di 58 anni con marito e due figli) è stata portata in carcere perché, oltre al pesante quadro indiziario, avrebbe anche detto alla sorella, prima della scoperta del cadavere, di accompagnarla dai carabinieri perché aveva “combinato un disastro”, e avrebbe fatto un’altra sorta di ammissione al comandante della Stazione carabinieri di Melzo.

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