La storia si ripete: promesse, ritardi, tentativi di giustificazione, ma resta l’inadempienza del Comune. Il reportage è di Repubblica.
Martedì pomeriggio i musei civici rischiano di non aprire a causa di un’assemblea dei lavoratori che si occupano della sorveglianza e dell’accoglienza perché hanno deciso un’assemblea direttamente in piazza, davanti a Palazzo Marino.
“Da quattro anni 200 lavoratori responsabili della sorveglianza nei musei civici lavorano per circa quattro euro all’ora”, spiega Roberta Griffini, segretaria Filcams-Cgil Milano a Repubblica “La metà di loro ha un contratto a chiamata. Dei restanti 100, la maggior parte ha un contratto part time. Gli stipendi full time sono da 750 euro per 40 ore settimanali. Quattro euro l’ora è la media netta, ma c’è anche chi prende meno. In molti casi hanno una laurea e ai nuovi assunti è richiesta la conoscenza delle lingue. Al tempo le società esterne appaltatrici del servizio ci dissero che per la cifra con cui si erano aggiudicate il bando di gara non potevano applicare un contratto diverso”, spiega Roberta Griffini, “mentre il Comune a parole ci garantì che prima dello scadere dell’appalto si sarebbe confrontato con i sindacati per definire il nuovo bando”.
E il quotidiano chiarisce “ Quindi in vista dello scadere dell’appalto del 2018, il mese prossimo, i lavoratori hanno cercato di riattivare il dialogo con il Comune. Non avendo ottenuto risposta, a fine marzo hanno proclamato lo stato d’agitazione. A questo punto sono stati ricevuti dai rappresentanti del Comune, dell’assessorato al Lavoro e di quella alla Cultura, ma le risposte ricevute non li hanno rassicurati: “Ci è stato detto che a causa dei problemi di bilancio il Comune non è attualmente in grado di dare le garanzie chieste dai lavoratori. Queste garanzie non sono altro che l’applicazione del contratto di settore e la certezza che tutti i dipendenti vengano riassorbiti da chi vincerà il nuovo appalto”. Perché il Comune nel 2018 e di nuovo nel febbraio 2021 aveva firmato con i sindacati due Protocolli di intesa sugli appalti in cui, “garantiva di impegnarsi su punti che ora sta disattendendo…. I lavoratori leggono le dichiarazioni dell’assessore e del nuovo direttore del polo museale sull’importanza della cultura in città: tutto vero. Così come le parole importanti del sindaco in occasione del Primo maggio. Ma queste sono in contraddizione con gli stipendi da 4 euro l’ora e il lavoro precario di chi garantisce che Museo del Novecento, Gam, Pac, Castello Sforzesco e molti altri luoghi della cultura cittadini siano visitabili. Essendo da qualche anno i musei considerati servizio essenziale serve tempo per fissarlo. Ma abbiamo già il mandato dei lavoratori per farlo”.
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Finche’ gli operatori museali saranno assunti con contratti a progetto, che sono i meno pagati, finchè i salari minimi in Italia rimarranno fermi agli anni ’90 e finchè questi appalti resteranno in mano a cooperative senza scrupoli; non ci sarà modo di risolvere la situazione. Ve lo dice uno che si sente miracolato nel non lavorare più in simili condizioni
VERGOGNATEVI !!!!!