– Affido e famiglie, un sistema che funziona. Se n’è parlato ieri mattina nel convegno “Favorire il protagonismo delle famiglie nell’affido. Reti di famiglie affidatarie sostenute da equipe multidisciplinare” promosso dal Consiglio regionale insieme a Terre deshommes, Sostenibile e Comin che si è svolto in Sala Gonfalone.
Un momento di confronto che nasce dalla scelta di Regione Lombardia di definire, insieme alle associazioni, un nuovo modello di gestione dell’affido che tenga conto delle difficoltà e delle implicazioni che questa decisione comporta nella vita di una famiglia. “Le famiglie che scelgono di prendere un bambino in affido fanno un dono. Al bambino che accolgono, naturalmente, e alla società. Le istituzioni devono riconoscere questo ruolo ed essere al loro fianco nei momenti di difficoltà – ha sottolineato Dario Violi, Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza. La gestione di un bambino affidatario non è una cosa semplice e non finisce nel momento dell’affido. È un percorso complesso che dura nel tempo. Per questo abbiamo pensato a un ‘modello’ di affido che preveda un approccio multidisciplinare e una rete di famiglie che possa confrontarsi sulle diverse esperienze e supportarsi a vicenda”.
Il convegno è stata l’occasione per fare una riflessione sul ruolo dei genitori nel percorso dell’affido e su quali sono gli interventi necessari per i minori che si trovano presso famiglie affidatarie. Ne hanno parlato Elisa Nicotra (Sostenibile), Federica Giannotta (Terre DesHommes) e Claudio Figini (Comin Cooperativa Sociale). I lavori sono stati aperti dai saluti dell’Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità Alessandra Locatelli.
L’iniziativa di ieri mattina è un’azione del progetto “Promozione intervento multilivello protezione infanzia”, selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”, che affronta l’emergenza del maltrattamento dei minori: secondo l’OMS in Europa il 22% dei bambini è vittima di violenza fisica, il 29,1% di violenza psicologica e l’1,3% di neglect, cioè l’incapacità di soddisfare i propri bisogni emotivi (dati tratti da “Action plan to preventchildmaltreatment 2015-2020”). A fronte di questi dati gli interventi a protezione dell’infanzia si concentrano su uno dei fattori principali che costituiscono la premessa di ogni forma di maltrattamento: la fragilità familiare. La strategia è intervenire in tutti gli ambiti in cui possono attivarsi risorse e servizi utili a sostenere genitori e minori presenti in nuclei vulnerabili a rischio isolamento. Le attività riguardano prevalentemente il supporto ai minori e ai genitori, ma anche la promozione dell’affido e la formazione per gli operatori.
Tra le iniziative previste dal progetto c’è la predisposizione delle linee guida di ordine programmatico, amministrativo e aziendale per la formazione di “Centri Ospedalieri per la diagnosi del bambino maltrattato”. Un percorso che parte dagli esempi virtuosi di modelli esistenti presso l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’Ospedale Meyer di Firenze e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bari che hanno già un Protocollo di collaborazione con Terre desHommes. Il progetto “Promozione intervento multilivello protezione infanzia” finora ha coinvolto 6 Regioni, 230 minori, 672 genitori, 54 famiglie, 120 operatori e ha prodotto 5 accordi territoriali e 3 Protocolli per il Patto per l’Infanzia e l’Adolescenza. Il convegno è promosso da Fondazione Terre desHommes Italia in partnership con: Anpas Toscana, Associazione Don Bosco San Matteo, Associazione Ospedali Pediatrici italiani, Azienda Ospedale Università di Padova, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Bari, Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer, Cipss Società Cooperativa, COMIN Società Cooperativa, Itaca Società Cooperativa, Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa, Sostenibile, Università di Firenze -Dipartimento Scienze della Salute, Università di Palermo – Promise, Università di Milano.
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