Scala inaugurerà stagione con opera russa. Meyer, no polemiche o caccia alle streghe

Milano

La Scala di Milano inaugurerà la prossima stagione lirica il 7 dicembre con Boris Godunov, capolavoro del russo Musirgskij. Una scelta fatta da anni che il sovrintendente Dominique Meyer difende come quella di avere interpreti russi come Anna Netrebko.

“Non sono per la caccia alle streghe – ha detto alla conferenza stampa di presentazione – Non sono per la cancellazione delle opere russe e quando leggo Puskin non mi nascondo”. E si spera non intervenga Sala

Sì,  salviamo e rispettiamo la Cultura russa… A marzo una petizione su change.org, rivolta al ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, girataci dall’attento tovarish Francesco Calculli, direttore del museo di Matera dedicato alla Resistenza italiana e del comunismo (e critico sulle letture unilaterali della storia in generale e delle recenti crisi mondiali ) contro la “disumanizzazione del popolo russo” da parte dei nostri media. E a supporto della richiesta, che fa i conti con un clima di guerra per tanti inaspettato, che ha portato – ricordiamolo- a una stretta nella informazione e nella comunicazione in Russia, con le conseguenze locali e internazionali che sappiamo- ci sono tanti riferimenti a esponenti della cultura russa e alla libertà di pensiero. Tante considerazioni da fare su entrambi i versanti, fatte di obblighi inviti a cattedratici, accademici a dimettersi o di scelte personali ad andar via, come è accaduto a Mosca con le dimissioni del direttore del Bolscioj TuganSokhiev e del primo ballerino (italiano) Jacopo Tissi. Salviamo la cultura russa e la libertà di espressione. La cultura, come la scienza, non dove conoscere veti e limitazioni. Siamo in guerra e gli eccessi ci sono. Ma niente strabismi e generalizzazioni.

La petizione, tra le tante richieste, ribadiva “Chiediamo anche, in nome di un’Arte libera da implicazioni politiche o diplomatiche, che le persone di talento ingiustamente messe in una situazione scomoda per sé stesse e per le loro famiglie vengano reintegrate nel nostro sistema culturale.”

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