N.A.S. Carabinieri Milano e Squadra Mobile di Bergamo. Operazione Illegal Health Tourism e operazione Exemptio.

Cronaca

Ieri mattina, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri -con la collaborazione della Polizia albanese- hanno dato esecuzione a 10 misure cautelari coercitive emesse dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Milano, nei confronti di un gruppo criminale composto da cittadini italiani e albanesi, indagati, a vario titolo, per i gravi reati di associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa ai danni del Sistema Sanitario Nazionale, corruzione, reati di falso e traffico illecito di farmaci (alcuni dei quali da considerarsi stupefacenti, poiché inseriti nelle Tabelle allegate al D.P.R. 309/90). 

Contestualmente, è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca, pari a oltre 500.000,00 Euro, su conti correnti riconducibili agli indagati, calcolato sulla base del danno alla collettività sino ad ora accertato. Le misure cautelari (6 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 1 con obbligo di firma) e le perquisizioni sono state eseguite, con il coordinamento di EUROJUST, che ha costituito una Squadra Investigativa Comune (SIC), sia sul territorio italiano, nelle province di Milano, Cremona e Monza e Brianza, sia in Albania. 

L’operazione, che si pone al termine delle  complesse ed articolate indagini  convenzionalmente denominate “Exemptio” ed “Illegal Health Tourism”, avviate nel 2021  rispettivamente dalla Squadra Mobile di Bergamo e dal Nucleo Antisofisticazione e Sanità dei Carabinieri di Milano, trae origine dagli accertamenti svolti, sotto il  coordinamento della Procura della Repubblica di Bergamo, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso e corruzione, legati all’operatività di un’agenzia di disbrigo pratiche per immigrati di Treviglio (BG).

L’emersione di profili legati alla sussistenza di una struttura  associativa, radicata in Milano, e  finalizzata, fra l’altro, a favorire l’immigrazione clandestina in Italia, portava alla trasmissione del procedimento alla Procura della Repubblica di Milano- Direzione Distrettuale Antimafia.  Veniva quindi proseguita ed intensificata l’attività investigativa anche al fine di ricostruire puntualmente l’operatività dell’associazione. 

L’indagine è unica nel suo genere e ha consentito la ricostruzione di un  sodalizio criminale, operante fra la provincia di Milano e l’Albania,  in grado  di fornire a cittadini albanesi una serie eterogenea di servizi, quali l’accesso a costose prestazioni sanitarie, presso strutture ospedaliere lombarde  pubbliche e private-convenzionate;  il titolo di ingresso in Italia, apparentemente per motivi sanitari, anche nel periodo in cui gli  spostamenti erano limitati a causa dell’emergenza pandemica. E’ stato anche ricostruito un consistente  mercato “nero”  di farmaci  che, ottenuti dal sodalizio in Italia, in frode al  Servizio Sanitario Nazionale, e con la complicità di alcune farmacie, venivano illegalmente esportati in  Albania e qui avviati clandestinamente smerciati.  Ciò era reso possibile da un complesso sistema che consentiva l’accesso  illegale in Italia di cittadini albanesi (quindi non facenti parte dell’Unione Europea), alcuni dei quali beneficiavano, senza averne titolo e grazie alla complicità di medici e di infermieri in servizio presso strutture ospedaliere della Provincia di Milano, di  costose cure mediche a spese del S.S.N., peraltro erogate aggirando le lunghe liste di attesa. 

Nel corso dell’attività è emersa una capillare rete di corruzione di medici e  infermieri in servizio in ospedali pubblici e primarie strutture sanitarie private in regime di convenzione. Attraverso una capillare penetrazione nel sistema sanitario lombardo, con addentellati in alcuni importanti presidi ospedalieri, l’organizzazione era in grado di ottenere il rilascio, da parte di  medici corrotti, di  false certificazioni  attestanti la necessità, in capo a cittadini albanesi,   di urgenti cure sanitarie in Italia e, così, consentendo l’ingresso dello straniero sul territorio nazionale. L’organizzazione, grazie da una sistematica attività corruttiva di dipendenti pubblici, otteneva il rilascio di tessere sanitarie intestate a soggetti stranieri, che non avrebbero avuto diritto alle stesse,  e ciò al fine di usufruire delle prestazioni sanitarie, ove realmente godute, ovvero dell’ottenimento dei farmaci in regime di esenzione.

Tra i farmaci ottenuti, anche in piena emergenza pandemica,  in  frode al Sistema Sanitario Nazionale, e avviati al mercato albanese, vi era anche il “Clexane” o “Enoxaparina”,  anticoagulante utilizzato nel  trattamento medico dei pazienti Covid 19, che, come noto,   era di difficile reperimento attesa la domanda di gran lunga superiore all’offerta. L’attività, inoltre, ha permesso di individuare un  cittadino di origine albanese, naturalizzato italiano, ritenuto l’anello di congiunzione tra il sodalizio criminale e vari dipendenti pubblici infedeli che, beneficiando dei suoi sistemici vantaggi corruttivi, si prestavano ad iscrivere fraudolentemente extracomunitari nella banca dati del S.S.R. della Regione Lombardia, per consentire loro di effettuare illecitamente cure mediche non urgenti, con la relativa spesa totalmente a carico dello stato italiano.

In particolare, attraverso le immagini captate dall’intercettazione ambientale posta nell’ufficio di un responsabile dell’Ufficio Scelta e Revoca ed iscrizioni al Servizio Sanitario Regionale dell’A.S.S.T. “Fatebenefratelli – Sacco” di Milano,  è stato possibile ricostruire non solo numerose dazioni di denaro contante, a quest’ultimo effettuate per conto del sodalizio, ma anche ulteriori episodi in cui il predetto pubblico dipendente procedeva all’iscrizione  fraudolenta al Servizio Sanitario Nazionale di Regione Lombardia  di ulteriori cittadini stranieri, non aventi diritto,  ricevendo  controprestazioni di carattere sessuale. Oltre alle condotte collegate alla considerevole frode al S.S.N. con erogazioni di prestazioni sanitarie e medicinali a favore di cittadini extracomunitari albanesi, venivano acquisiti elementi probatori in  ordine al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: l’associazione era in grado di produrre certificazioni al fine di consentire a cittadini albanesi di entrare nel territorio nazionale, con finalità di cure mediche, attestando falsamente che il soggetto beneficiario era affetto da una patologia per la quale doveva recarsi nel territorio italiano per un trattamento medico urgente e salvavita, espediente che ha consentito ad alcuni soggetti di entrare illegalmente in Italia, anche durante le noti restrizioni dovute alla pandemia. Le indagini, sviluppatesi anche con intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno consentito inoltre, di:

  • sequestrare medicinali (tra cui per “Clexane”, farmaci per la cura della fertilità femminile e oppioidi) per un valore di Euro 20.000, che corrisponde al valore medio settimanale dei farmaci ottenuti frodando il Sistema Sanitario Nazionale e inviati in Albania;
  • accertare almeno 82 iscrizioni irregolari di soggetti albanesi al S.S.N., che solo tra il gennaio 2020 ed il giugno 2021 hanno goduto di almeno 383 prestazioni ambulatoriali, nonché almeno 1.554 tra visite specialistiche, degenze e ricette, tutto in totale regime di esenzione. Si evidenzia che tra i medicinali frodati (ed immessi nel mercato clandestino) figurano anche un considerevole quantitativo di medicinali inseriti nelle tabelle stupefacenti: pertanto a parte del sodalizio viene anche contestata la violazione della normativa sugli stupefacenti. 

La complessa attività investigativa è stata sviluppata, sotto il coordinamento di Eurojust, anche in Albania, con coordinamento fra la Procura di Milano- Direzione Distrettuale di Milano e la Procura Speciale Anticorruzione-  Special Anti Corruption Structure (SPAK) albanese. Sono stati svolti, attraverso la Squadra d’Investigazione Comune,  accertamenti finalizzati all’ individuazione dei canali terminali di smercio dei medicinali, effettuando numerose perquisizioni anche nei confronti di medici in servizio presso strutture ospedaliere di Tirana. L’indagine è tuttora in corso e si stanno eseguendo diverse perquisizioni ed acquisizioni di atti su vari obiettivi in Milano e Provincia.

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