Testimonianza di un volontario che lotta per il recupero dei ragazzi del Bosco di Rogoredo

Società

Prevenire, giustissimo, ma è compito delle istituzioni, dei genitori spesso assenti e allora davanti al devastante disagio dei giovani, a quell’aggrapparsi anche alla droga nella ricerca di una ragion d’essere, a una pacificazione, c’è l’opera dei volontari, la dedizione di chi non si gira dall’altra parte e cerca soluzioni

Questo il racconto di Simone Feder, da anni volontario qualificato al Bosco di Rogoredo

“Questa sera ho cercato con molta delicatezza di avvicinarlo…

Se ne stava là in un angolo a mangiare, nella sua solitudine, il panino che le giovani volontarie gli avevano offerto donatoci da quel sempre generoso ristorante McDonald’s di San Giuliano Milanese.

Nel buio, mentre lo osservavo, mi sono accorto che non aveva le scarpe ed i piedi erano sporchi e dolorosamente segnati…

“Se vuoi ho un paio di ciabatte di gomma estive che fanno proprio per te.” Mi guarda e sorridendo mi ringrazia.

Portandogli le ciabatte gli offrì anche acqua e sapone, per potersi lavare i piedi prima di indossarle.

Insieme a Caterina, mentre versandogli l’acqua e un po’ di sapone ci permetteva di avvicinarlo, ci siamo sentiti, in quel bosco, abbracciati dalla luna ed accolti da lui… In quel suo mondo dove questa sera è ritornato a respirare quell’umanità e quella dignità che il bosco rischiava di togliergli.”

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